Giorgio D’Amato. Se nasci in Sicilia le cose sono due, o scappi o scrivi un libro sulla mafia. Io scrissi “L’estate che sparavano” (Mesogea, 2012) ricostruzione di un periodo della seconda guerra di mafia in cui i morti cadevano come ciliegie rosse. Nel tempo libero costringo un po’ di gente a credere negli sfoghi narrativi mediante laboratori di scrittura creativa.