Approdi è uno spazio da immaginare come infinito e dai colori ibridi e plastici. È una zattera costruita su acque fluide e mobili, a tratti pericolose oppure semplicemente troppo esuberanti per farsi cavalcare a regimi normali.
Questa zattera navigherà per un arcipelago frantumato di conchiglie: esperienze e storie di vita vissuta in prima persona, andando a sbattere e naufragando ogni volta su di un frammento diverso, dato che il mare che la imbriglia riesce ad unire e abbracciare molte rive, confondendo e illudendo ogni distanza.
In alcune occasioni la rotta sconfinerà tra le onde, raccontando spaccati di vite culturalmente ed emozionalmente distanti, esperienze lucide e fughe verso paesi lontani. In altre la piccola chiatta andrà alla deriva verso realtà più vicine, connettendo passioni come cinema e letteratura ma anche sensazioni, umori e istinti che, si spera, saranno degni di nota.
Perché il mare in cui queste (come tutte) storie umane si diffondono è lo stesso in cui si perse Herman Melville: un inafferrabile fantasma della vita, topos dei desideri e della nostalgia e custode fedele di tutto ciò che non si può spiegare, ma nemmeno si può tacere.
Siete saldamente ancorati?
S’inizia a scivolare veloci, soffiati alla deriva sulle conchiglie intessute di questi approdi primordiali.