Scampoli di Pensieri

Piove e il mondo si ferma. C’è una lacrima che scorre timida alla finestra e c’è chi ne coglie il tragitto stanco e affannato. C’è chi corre per scappare, per non bagnarsi, per non sentire. C’è chi rimane in piedi e testardo non cerca aiuto, sfida l’acqua e resta lì, immobile. Piove e il mondo si dimentica di chi era prima. Riscopre i toni nostalgici e cauti che gli hanno dato i poeti. Piove e qualcuno, da qualche parte, ci sta scrivendo una canzone. Piove e un bambino laggiù invade una pozzanghera. Piove dentro e fuori, si fa quel che si può. Si copre, si scopre. Piove e io resto a guardare, ma forse dovrei solo uscire e lasciarmi bagnare. Inerme. Prendere atto che non tutto si può controllare.

Finestre. Alla solita ora s’accende la luce. Fioca. M’affaccio alle prime ore del mattino. Sbadigliano gli alberi, stiracchiano i rami. Venature violacee e rosa lasciano spazio al bianco prepotente del tempo che inizia. E inizia a respirare il mondo che dorme. Riparte. I polmoni rigonfi di luoghi da vedere e gente da incontrare e rituali da porre in essere. In fondo il ciclo della vita è sempre uguale. Un metronomo preciso batte per tutti alla stessa maniera. In fondo il ciclo della vita cambia sempre.

La verità è che la mia città natale non mi piace neanche un po’. Vorrei odiarla ma come si può odiare un posto in cui si è amato tanto? Ogni giorno, da una vita intera, mi innamoro per le sue strade. Gli occhi di un passante, i ragazzi baciati al tramonto sul mare, il rumore e il colore dei suoi vicoli. Io ci provo a essere obiettiva, eppure non riesco mai a guardarla per troppo tempo con la freddezza della ragione. Il cuore si riempie di ricordi coprendo lo sguardo. Be’ lo sapete come fa il cuore in questi casi no?

Sull’amore hanno scritto tutti di tutto. Poeti, musicisti, cantanti. The power of love. L’amore muove il mondo. Amor, ch’a nullo amato amar perdona. L’amore dei ragazzini del liceo che si baciano agli angoli delle strade, forti, fieri, sicuri che sarà per sempre. Quello di chi festeggia sessant’anni di matrimonio e al taglio della torta si scambia un bacio veloce e timido come fosse la prima volta. Quello tortuoso di chi litiga, ma poi fa pace, quello complicato di chi lotta con chi da fuori lo giudica immorale, sbagliato o contro natura. Quello di una mamma che si fa aprire il ventre per dare alla luce la vita. L’amore di chi resta in silenzio e vorrebbe parlare. L’amore di chi va via per non ferire. L’amore di chi ha taciuto e alla fine è rimasto solo.                           Auguri 

Il mio problema con te è che ti opponi a tutti i miei tentativi di semplificare. In modo inconscio, e quindi ancora più dirompente se vuoi.
Mi hai costretta a prendere atto che il mondo non può essere osservato solo attraverso le mie lenti. Che non si può semplificare una realtà che nasce complessa. Mi hai costretto a riconsiderare molte sfumature. A fotografare la mia vita a colori. A capire che non sempre, anzi quasi mai, le cose vanno come desidero. Sei stato la spinta a cambiare prospettiva. Da semplice a complesso. Da bianco a colorato. Da netto a sfumato. Da piccolo a grande.

Tra i mille sogni dei bambini ci sono quelli sul futuro, quelli che cominciano con “quando sarò grande”. Queste tre parole racchiudono un mondo, sogni, speranze, desideri. Mio figlio inizia ora a dirlo ed è inevitabile un brivido, ma non perché abbia paura di quando sarà grande. No, quello mi renderà felice. Mi viene un brivido al pensare che alcuni bambini un domani non lo avranno. I loro sogni non finiranno per sfumarsi tra le pieghe della realtà e invece di fare gli astronauti faranno magari i portalettere, no, molti non avranno nemmeno questa possibilità. Sono quei bambini che Dio ama troppo, o troppo poco, e che in questa vita si affacciano alla finestra per qualche istante, per poi svanire lasciando un sentore della loro breve vita.

L’assurdo ciclo del nascere e del morire è tenuto in vita solo dal piacere sessuale. Imbarazzante. Eppure è così. Per quanto ci si spinga verso immaginifici pensieri sulla creazione oppure nelle teorie quantistiche dove la materia sorge dal nulla e può essere contemporaneamente in più luoghi, resta il fatto che tutto si riconduce lì, all’ origine dell’umanità, dove la necessità si è fusa col piacere, dove il futuro è così radicato nel presente. Grazie natura.