Punto e virgola – Dicevano fosse una buona amica
Camminavo spensierata per Milano quando una ragazza – magra, magrissima – mi si è fermata davanti, mi ha sorriso e
“Punto e virgola, storie di disturbi alimentari” nasce da una call lanciata sui social per raccogliere non testimonianze dirette o diari intimi, ma piccoli esperimenti narrativi di fiction che trattino il tema dei disturbi alimentari.
L’obiettivo è creare finzione a partire da spunti autobiografici: concentrarsi sull’intreccio, sui personaggi, vedere la storia da fuori, dall’alto e, magari, scoprire nuove soluzioni che, guardando la propria vita, non si è in grado di trovare.
La parola scritta è usata come strumento per testimoniare, ma soprattutto per rielaborare, reinventare, sperare, lottare.
Per mettere un punto e virgola che non sia né in continuità assoluta né in rottura violenta con il fardello di un passato complicato. E poi, continuare a scrivere.
Camminavo spensierata per Milano quando una ragazza – magra, magrissima – mi si è fermata davanti, mi ha sorriso e
Briciola C’era una volta, in un tempo e in un luogo che non ci sono noti, un bosco rigoglioso. Era
Punto e virgola: perché? Ogni comunità -a maggior ragione se si autodefinisce community– ha un suo gergo, un lessico familiare
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