Tavolo per due
C’è questo ristorante francese molto intimo dove vivo. Ha un’ampia sala, la cucina a vista, i tavoli di legno con
Persone fuori da un contesto, dal nostro contesto, persone che non conosciamo, che ci passano accanto, che ci ignorano, che ci guardano. Persone che non ci appartengono. È esattamente di questa gente che voglio parlare mentre invento storie sul loro conto prese in prestito da un dettaglio colto di passaggio. Può trattarsi di un un sorriso rivolto al telefono, un movimento che tradisce la fretta di incontrare qualcuno, un segno dell’abbronzatura che lascia intendere una fede che non è più sul dito. Sono perlopiù ipotesi, storie verosimili che potrebbero rivelarsi non del tutto false. Io, come voi, non lo saprò mai, ma intanto ne scrivo lasciando a voi la possibilità di volerci credere o meno.
C’è questo ristorante francese molto intimo dove vivo. Ha un’ampia sala, la cucina a vista, i tavoli di legno con
L’hanno cantata, raccontata, rappresentata sullo schermo. Ne abbiamo parlato tutti convinti di recitare una poesia. Sembra non sia rimasto nulla
Perché le luci nelle case degli altri ci affascinano così tanto? Questo bisogno di guardare verso l’alto per rubare scene
È un sabato mattina, sono in fila e aspetto il mio caffè mentre la proprietaria mi spiega come ha convertito
Il dolore è una faccenda complicata. Lo viviamo, lo rigettiamo o alterniamo entrambe le cose quando si tratta di noi.
Tutti vogliamo appartenere. A qualcosa, a qualcuno, a un luogo o anche solo all’idea che abbiamo di un evento, di
Non metti il rossetto da mesi, guardi la confezione di plastica rigida nera appoggiata su una mensola di vetro nel
Casa. Ho cercato la definizione sul dizionario ma era troppo lunga e vaga nonostante le parole così specifiche. Era una
Si definisce “zona cieca” quella parte di noi evidente agli altri ma inaccessibile a noi stessi. È una zona pericolosa
Tutti i giorni dalla mia finestra vedo l’addetto alle pulizie che spazza con una di quelle scope vecchio stampo, quelle
In questi tempi incerti ogni Paese ha scelto di dare un nome al proprio isolamento. Noi abbiamo preferito il termine
A volte mi domando quanti siamo sotto questa pelle che ci regala l’unità di un corpo. Mi domando quanti siamo
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