Francesca Zelli

Io ho smesso di vedere Grey’s Anatomy dopo che quella pazza assassina di Shonda Rimes ha distrutto tutti i miei sogni di bambina e le speranze di una gioia che tarda ad arrivare ma alla fine fai bene ad aspettarla perché poi te la sposi, ha dei capelli bellissimi e degli occhi blu profondissimi e fino alla sesta stagione è anche un figo da paura. Ma Shonda niente, te l’ammazza come se fosse un coniglio sull’autostrada. E ti ricorda che #maiungioia. Allora io dissi: “basta Shonda, no, devi fallire”. Però ieri non avevo niente da vedere e quindi l’ho ricominciato. E con Grey’s Anatomy funziona così: hai il rifiuto per i primi 10 minuti, poi a un certo punto senti dei ganci che non ti permettono di smettere mai più. Quelli sono i tentacoli di Shonda che fiutano l’odore delle parti del tuo essere a cui piace la sofferenza e ci si appiccicano sopra con l’attack. Ora siamo di nuovo lì, tutti insieme appassionatamente, uniti da questa dipendenza dal dolore, in uno stato di allerta costante quando per un attimo ti scappa un sorriso e ti dici: “No, non ti muovere, se se ne accorge li ammazza.

“Trovo molto interessante la mia parte intollerante”, dice Caparezza. Ebbene, la mia intolleranza è peggiorata con l’età. Sono sempre molto disponibile a conoscere nuove persone, mi piacciono le persone, ma siccome la mia parte intollerante a volte prende il sopravvento, succede. Succede che la stupidità di qualcuno mi infastidisce e io, semplicemente, smetto di parlare. Un silenzio stoico, non di sfida per carità, interrotto da qualche risata di cortesia, che mi permette di restare sola con me stessa a domandarmi: ma come mai è così banale? Ma perché sono uscita stasera? Ma, saranno quei capelli? Lo rendono insicuro? Comunque, no, seria: come faccio adesso a evitarlo per il resto dei miei giorni? E una canzone, in sottofondo, continua… “Che mi rende rivoltante, tutta questa bella gente…”