Maria Ferrante Savignano

Santa Chiara. L’amica di Francesco. E’ il nome di una piazza di Palermo. Ci parcheggio una volta a settimana, di pomeriggio, frettolosamente. Ma lo faccio da anni, tanti. E se contassi i minuti che ho trascorso lì sarebbero ore, anzi, giorni. E’ una piazza del Centro Storico di Palermo: quegli spazi definiti dove l’equilibrio è stabile: la facciata della chiesa, i bei Palazzi, i portali. Una cosa ho apprezzato nel tempo: i volti della gente. Quanti volti, quanti occhi, labbra, capelli, voci colori… Tanti colori.

Nulla è importante o forse solo esistere in questa vita che abbaglia a sbalzi di lampi luminosi. È crescere d’impeto o di razionalità contraddicendola; è l’essere sperduti in sentieri contorti del vissuto, o certi della strada innanzi, ampia e rettilinea. Vuoti d’assenza riempiono le anime, e nell’irrimediabile volto mascherato, tutto prosciuga e colma voragini di incertezze. Nulla alla fine potrà negarsi, in questo imprescindibile mistero del vissuto.

E poi ti accorgi che quello che non avevi programmato succede, anzi, fai che accada perché è arrivato il momento e tu non lo sapevi: Il momento ha scelto il tuo operato. E poi ti accorgi che lottare per i tuoi pensieri è cosa creativa che ti tempra lo spirito e fortifica come acciaio nuovo. E poi… E poi ti accorgi di esistere e di essere più forte di quanto già eri; e vai dritta, spalle alte, e guardi il sole negli occhi.

Una musica dietro, un lamento lontano… i nostri fantasmi. Eh già, sono tutti presenti in questo tempo senza ore, e mi inseguono, distogliendomi di giorno con suoni intensi e voci stridule, e svegliandomi la notte, nel buio cercare difese dentro profonde regressioni fetali, per trovare, infine, silenzio embrionale dov’è vita…nient’altro.

Lucia è immobile nel silenzio creativo che cristallizza i suoi propositi dove regna un vuoto intriso di pienezza.

Anche lei, come la collega Silvana, recita nel suo tailleur grigio color cielo plumbeo di mattine tristi e affannose.

Voleva fare l’attrice di teatro e invece si ritrova dietro alla scrivania di un’agenzia immobiliare. Sa che quella divisa porterà l’indipendenza ai suoi figli. Non per questo Lucia ha smesso di fare filtrare la sua anima da spiragli luminosi.

Non per questo, Lucia, ha mai smesso d’amarsi.