Luca Lo Vercio
Se nasci su un’isola un po’ di mal di mare te lo porti a braccetto a vita.
Sono Luca, e ho avuto i miei momenti.
Il momento siciliano, dalle viscere di mamma Caterina fino ai vent’anni. Quello calabrese, sette anni in Aspromonte. E adesso la Puglia, il momento di Bèri. Ah! Ci sono anche una serie infinita di momenti africani, di sint(f)onia con la Terra Rossa (altra megaisola, altro mal di mare).
Osservo. Leggo. Mi perdo. Scrivo. Viaggio. Canto sotto la pioggia. Vivo. E mangio, naturalmente mangio. E poi i “furti d’aria”, in quelli sono specializzato.
Odio le blatte, la frutta rossa, il plaf plaf dei sandali quando cammini, le penne blu sui fogli senza righe, il mare sporco, le unghie che si allungano, soffro di vertigini, non vado sulle giostre.
A chi mi chiede se sono felice rispondo di no, borbotto mi lamento e trallallero. Poi però incrocio passi, conosco storie, coloro volti. Ed è lì che apro le braccia e respiro ancora.
Nàccheras, Ilenia Zedda
Furto 18 – Le rose di Miah
Non mi piace ammalarmi, soprattutto adesso che vivo lontano da casa. Il malessere presuppone una cura, e non una cura
Furto 17 – Lo specchio
Oggi ho lavato lo specchio. Ho caldo, è una giornata di quelle che il sole dovrebbe nascere in un tramonto.
Voragine
Furto 16 – U manciari
In Sicilia il fulcro dell’esistenza, della cultura, di un intero sistema socio-economico è il cibo, u manciari. La prima cosa
Il museo degli sforzi inutili, Cristina Peri Rossi
Un onirico Decameron
Il cambiamento comincia dall’individuo, e passa attraverso i punti di vista, viene colorato dai se, dai semmai, dai si può.
Camere separate, Pier Vittorio Tondelli
Il quadro mai dipinto, Massimo Bisotti
La caffettiera
Sguardare
Furto 15 – Il muco
La cosa che più mi disgusta in assoluto è il muco. Muco per me non è solo quella sostanza gelatinosa