Giorgio D'Amato
Giorgio D’Amato. Se nasci in Sicilia le cose sono due, o scappi o scrivi un libro sulla mafia. Io scrissi “L’estate che sparavano” (Mesogea, 2012) ricostruzione di un periodo della seconda guerra di mafia in cui i morti cadevano come ciliegie rosse. Nel tempo libero costringo un po’ di gente a credere negli sfoghi narrativi mediante laboratori di scrittura creativa. La mia rubrica è Io guardo, fateci un salto!
Per tutta la vita (Roxy Bar permettendo)
E poi ci troveremo come le star a… a mettere calle in movimento su strutture di bambù tenute insieme da alluminio decorativo,
Nessun rumore
Panelle troppo educate
Ci sono preparazioni in cui è ovvio dire “aspettare che il composto si raffreddi” ma queste parole la signora di
Natale
Malattie Imbarazzanti
Io guardo Malattie imbarazzanti. Lo danno su Sky. Ho smesso da tempo di vedere film, documentari, dibattiti poco politici, minchiate
Muoviti o muori!
Se pensate che stare comodi sul divano sia noioso, se pensate che un attacco di panico sia esattamente il desiderio
La transverberazione di chi ha vinto The Voice
Io quella che ha vinto The Voice nemmeno so come si chiama. Non l’ho mai sentita cantare. Io non guardo
Delusione
Dall’autore al reading passando per il libro: Cartongesso
E poi succede che a Palermo, dove le presentazioni dei libri il più delle volte sono quarantaquattro palle in fila
Le foglie d’autunno
Io ti guardo
Un pomeriggio d’estate, fai il solito zapping, cinque minuti perché ti aspettano al mare, e invece rimani travolto da Glenn