Pare il 1932 ma non è
Pare il 1932 ma non è. Italia e anche New York. La scena si svolge nell’area relax di un
Sono nato nella caotica quanto poetica Palermo. Oltre quello anagrafico non so darmi altro nome, forse “cercatore” o “annoiato”. Nutro uno spietato gusto per ciò che non serve: “All art is quite useless” diceva Oscar Wilde. Nella mia vita, che non so definire breve poiché il mio tempo (come il tuo) si dilata e si restringe, ho danzato, recitato, cantato, scritto, disegnato, fotografato e, insomma, fatto un po’ di tutte queste interessantissime cose inutili. Oggi vi e mi racconto perché sembra che a qualcuno piaccia leggermi.
Pare il 1932 ma non è. Italia e anche New York. La scena si svolge nell’area relax di un
L’autobus. So cosa vuoi dirmi e non ho il coraggio di sentirti pronunciare quelle parole. Ti scrivo che non posso
Siamo arrivati, Beatrice. Io continuo per di qua ma prima guardami, guardami negli occhi prima di continuare il gioco; la
“Quando il Signore le nostre catene strappò e infranse, fu come un sogno.” Io grido spesso. “Basta, vado via” è
Mattino. Apro le palpebre, è ancora buio; indosso i vestiti, sanno di notte, gli somigliano nell’umore, nella temperatura. Salgo sulla
E poi boh.. ti accorgi che la curiosità sta morendo quando le persone iniziano una frase con e poi boh.
Se oggi il mondo dalla Luna appare grande come una noce, tanto tempo fa era piccolo come un chicco di
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