Cristina Armato

Alla pesca silenziosa alterno la turbolenza, e nell’adattarmi mi scopro divertita. Al senno di poi alterno la musica d’insieme, e nel cambio prospettico mi scopro curiosa. Al bianco secco con ghiaccio alterno un tè caldo, e nella diatermia mi scopro duttile. Alle follie del mondo intero alterno il me più segreto, e nell’osservare… mi scopro.

Sogni, crei, fai, realizzi. Ami. Poi sbagli, ti arrabbi o fai arrabbiare, deludi o ti deludi, piangi o fai piangere… infine demolisci o butti tutto in aria, e fai finalmente spazio al prossimo sbaglio. Lo chiamano <crescere> . Col vantaggio che, grazie alla tua <esperienza>, sarai sempre più rapido a sbagliare, sempre più ricercato nella scelta degli sbagli giusti, sempre più efficace nella ricostruzione. Forse vivere è tutto qui. Come dicono laggiù i saggi in giappone? ‘Cadere sette volte, rialzarsi otto.’

Tutto pare insipido, in uno statico perenne riassestamento, non facile, non difficilissimo.
Tutto è avvolto dalla rispettosa attesa di un imprecisato qualcosa, assurdamente congelato all’improvviso nel mentre di una corsa.
Sembra movimento ma non lo è, e tutto rischia di ribaltarsi al minimo sobbalzo di ulteriori ripensamenti… oppure no, di mantenersi così stabilmente per un indefinito pezzetto di tempo.
Stand-by.