Artigli – Romanzo breve
Sprofondava nel mare di poesia e poltiglia in cui si era impantanata. Nella menzogna e nell’inganno. Nella confusione di brame
“Annalisa Insardà è italiana tendente al calabrese. Quarta di quattro figli, trascorre l’infanzia e l’adolescenza… senza mai passare all’età adulta per mancanti margini di crescita. E’ attrice e docente di recitazione. Prima di essere docente è stata allieva. Prima di essere attrice non lo era. Non sa fare rifornimento al distributore automatico (perché se è automatico dovrà pure pensarci lui, no?) e sua nonna ha una badante ucraina con problemi di rinnovo del passaporto. C’è da dire però che nessuno l’ha mai incontrata (a lei, non alla badante!), non esistono dunque testimonianze su avvenuti avvistamenti. E’ gettonata pertanto l’ipotesi che in realtà la Insardà non esista, ma sia solo l’eterea proiezione di apatici poco pratici, epatici causa medici, fonici con le cimici e comici cori angelici.
Le sue rubriche sono Insardevoli diari, Insardevoli voli e Romanzi brevi, fateci un salto!
Sprofondava nel mare di poesia e poltiglia in cui si era impantanata. Nella menzogna e nell’inganno. Nella confusione di brame
Me lo spiegò un maestro con cui trattavo il linguaggio del corpo: insegnare vuol dire lasciare il segno. E tu?
Una sfilza di boccette svuotate, equivalenti a copiosi litri di sciroppi e salassi prescritti per una non ben precisata patologia,
Il proscenio addobbato con gli oggetti scenici allineati in una minimale processione accoglie il pubblico. Proiettori invadenti, quasi protagonisti, manovrati come
Che dire!? Adesso qualcos’altro di sconosciuto abita il suo corpo. Quel corpo che conosco troppo bene per accettare che la
L’ho capito che tu mi stai collocando in quell’altra dimensione. In quella dell’incomprensibile. In quella dell’imponderabile. Va bene, allora torniamoci
« …io invece penso che la valigia sia un affascinante spazio franco, ma sempre troppo piccolo per l’ingombro che c’è
…e poi ci sono quelle volte in cui viaggiare non è un atto di libertà, contaminazione e conoscenza, bensì un’odissea.
Solo il silenzio può raccontare le declinazioni del bene e del male senza margine d’errore. La bellezza stessa si compiace
Scusami per l’irruenza con la quale ti ho investita, ma avevo in qualche modo bisogno di te, non in quanto
Non saprei come raccontarlo, Valeria. Sì, avevo voglia di raccontarti l’accaduto, di confrontarmi con te e sapere la tua opinione
Anche se retoriche, ognuno di noi, restando solo con se stesso, nella quarantena costante – cui è costretto – coi
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