Monologo (voce e canto di donna) per l’anno nuovo
INTRO MUSICALE
E un altro giorno è andato, la sua musica ha finito,
quanto tempo è ormai passato e passerà?
Le orchestre di motori ne accompagnano i sospiri:
l’oggi dove è andato l’ieri se ne andrà.
Miii, l’anno nuovo!
Aspetta, fermati! Raccontami. Non scappare, scendi dall’autobus, fammi capire.
Il 101 ripasserà. Si tratta solo di avere pazienza.
Aspetta, aspetta, spiegami. Che è l’anno nuovo? Che volevi dire?
Detesto le feste, facile detestarle. Io, vorrei allontanare con gioia tutto ciò che mi fa sentire un mostro, odio l’aria fritta di questa giornata. Quindi, gentile signora, devi avere pazienza e scendi subito da questo puzzolente autobus.
L’anno nuovo?
Aspetta, fermati! Raccontami. Non scappare, fammi capire.
Nuovo come la prima volta, come la sorpresa che inaspettata ti bussa alla porta ed entra come un vento di maestrale sollevando verso il tetto tovaglie e coperte e ti ritrovi schiacciata per terra a ridere e a sventolare la gonna all’allegra furia del vento?
O nuovo come quando sistemi i capelli dopo un colpo di vento e tremi di freddo nella disperata ricerca di spiegare il perché di questo giorno che arriva nell’ombra poggiando le scarpe sulle note di Brahms?
Non andare, ti prego, dimmelo!
Fermati!
E’ inutile che giri e rigiri veloce come una trottola, scavando perforando il marciapiede sperando di trovare le parole giuste. Adesso che ti sono vicino, è inutile che semini in aria il tuo profumo e strizzi con le mani la polvere come fosse lo straccio dei tuoi desideri. Parla!
Che volevi dire: Miii, l’anno nuovo?
Fumo nell’aria, notte umida la sera, piedi freddi e naso rosso di raffreddore.
Sarai bella anche stasera? Dolce è l’attesa per i giorni che saranno. Festeggerai? Anno nuovo, nuovi pensieri, nuove occasioni, nuove canzoni.
Mii, l’anno nuovo! Raccontami. Fermati ti prego.
La bottiglia di vetro è quasi vuota, il rum riscalda, non sempre è come dicono i poeti. Di rosso e di giallo il vetro della bottiglia rimanda verso lo specchio le luci, stelline festose dell’albero di Natale del palazzo di fronte, alto, rialzato fino al soffitto.
Cantami quella, almeno fammi sentire il motivo, almeno:
Caro amico ti scrivo così mi distraggo un po’
e siccome sei molto lontano più forte ti scriverò.
Da quando sei partito c’è una grossa novità,
l’anno vecchio è finito ormai
ma qualcosa ancora qui non va.
(Cambio scena)
Miii, hanno quello nuovo! Cosa, cosa, cosa? Hanno quello nuovo?
Eccomi, mi dispiace per te, ma da adesso sono come se fossi rinata.
Nuovi profumi, nuovi odori, nuove sensazioni, che devo dire: come fossi ritornata vergine! Non ho sensi di colpa! Potrei fuggire dai ricordi che ancora non smetto di ricordare.
Una ninfa che salta da un fiore all’altro, una libellula che lucida le proprie ali, una mula beduina disposta ad attraversare il deserto.
Via! Via! Via tutto il vecchio fradicio marciume di fatica quotidiana! Basta mattine trascorse a trascinare la mia fatica rincorrendo lungo la strada la promessa dell’odore borghese, come un cane che annusa, testa all’insù, la speranza di ritrovare il suo pezzo rosso e grasso di carne.
Via, via, via, adesso ho quello nuovo.
Guardami, dai, dai dai, guardami , non vedi nulla? Cretino.
Non sanguino più, mio caro.
Ricordo quanti sogni facevo da piccola! Ricordo quante speranze scorgevo allora che il tempo sembrava una torta da affettare e gustare a morsi fetta dopo fetta per poi sdraiarmi sazia per terra a godere dello spettacolo del mondo. Quanto tempo perso, inutile, sprecato in respiri che non danno tregua… erano affanni, lo sai? Perché al risveglio sai che sarai sempre una pulce, un improbabile invertebrato senza bocca, una schiava senza futuro né coraggio! Io, io, io…
Io ho lavorato strofinando le mani affinché il freddo non arrivasse a gelare le mie residue speranze, per anni ho sofferto, per giorni ho sudato anche di notte, ho fatto l’amore e ho fatto godere per niente… per nulla, sperando che arrivasse questo giorno e adesso sono qui. Felice e libera e siamo tante.
Non ho più bisogno di nessuno. È nuovo, cazzo! Guarda! Guardateci!!! Nuovo, come il battito di un neonato.
(portandosi la mano al petto)
Un cuore nuovo. E adesso batte, batte. Batte. Idiota!
Ora vattene arriva il 101.
Musica : come intro