Lettura n. 29 Il ragazzo
Questa volta vi dirò di un libro piccolissimo, circa trenta pagine. Piccolo anche da tenere fra le mani, e questo dettaglio mi è piaciuto molto, come accade spesso la lunghezza di un romanzo non è sempre proporzionale alla densità e alla bellezza, gli scrittori bravi sanno anche condensare in poche pagine tutta l’essenza dei loro temi principali. Infatti, nell’ultimo libro della premio Nobel Annie Ernaux, attraverso una storia di passione vissuta dall’autrice in un passato lontano, possiamo vedere come siano evidenziati i temi a lei più cari, oltre ad apprezzare il suo stile peculiare e asciutto ritrovato in ogni suo precedente lavoro. Un incontro con uno studente, di trent’anni più giovane di lei, una passione che scoppia a dispetto del peso dello sguardo del giudizio sociale, e del senso di vergogna che può pesare sulla libertà di scegliere, il concetto di disparità di genere, tema tanto caro all’autrice, ma soprattutto il Tempo, inesorabile, implacato gigante che ci corre sulle spalle incurvandole verso la Morte. “Ad ogni modo, attraverso la sua stessa esistenza, lui era la mia morte. Come lo erano i miei figli, e come lo ero stata io per mia madre.”
Lucida ma allo stesso drammatica la percezione che la donna, e l’autrice poi, hanno nel lasciarsi andare alla passione indomabile con il ragazzo, una donna coraggiosa, a tratti spudorata, nello sfidare gli sguardi della gente dice “Le persone sedute sul muretto di cemento che costeggiava la spiaggia ci avevano seguito con lo sguardo da un capo all’altro. A. mi ha fatto notare che eravamo più inaccettabili di una coppia omosessuale.” E allora ci chiediamo insieme a lei, se fosse il contrario, un uomo sui cinquantacinque e una donna sui venticinque, ci sarebbe tutto questo peso giudicante da sopportare? Ecco un punto fra i tanti in cui la scrittura della Ernaux da autobiografica diventa interrogazione per tutti noi, quindi si sposta sul piano universale. Non è soltanto un racconto d’amore ma è una riflessione sul tempo, sui corpi che cambiano, sul figlio che se anche volessero il grembo di lei non potrà dargli, sullo sguardo indagatore delle altre donne che si chiederanno perché lei e non me? E sulla gelosia inevitabile in un rapporto d’amore così complesso. Eppure pagina dopo pagina ci rammarichiamo un po’ nell’elaborare il fatto che nonostante la passione e il sentimento vero e audace, non possa realizzarsi la magia di vederli ancora insieme. Ma noi siamo dei romantici e come diceva Fitzgerald: “il sentimentale spera che le cose durino, il romantico ha la disperata certezza che non dureranno.”