Scheda 9 – La storia di Asmeret
Scheda 9
La storia di Asmeret.
Terribilmente bella, terribilmente giovane, terribilmente emozionata.
Se avessi dovuto descrivere questa ragazza senza aver prima ascoltato la sua storia avrei utilizzato questi tre aggettivi.
Bella. Giovane. Emozionata.
Solo questi tre.
Ci parla con un filo di voce, suor Laura riesce a fatica a sentirla, dice di avere 29 anni.
Ha i denti leggermente sporgenti in avanti, bianchissimi, gli occhi grandi.
Ci racconta che è mamma di due bambini, uno di 7 anni e uno di 3 anni e mezzo. Suo marito è morto quattro anni fa in Libia, gli occhi le diventano rossi, la bocca inizia a tremare, la voce vieni fuori ancora più a stento.
Non capisco perché ma vengo investito in pieno da un bombardamento di emozioni, mi viene da piangere, in fondo di storie così ne ho sentite tante in questi giorni. Ma è lei, c’è qualcosa in lei che mi tocca nel profondo.
Monica mi ha lasciato da solo, oggi, e tocca a me dirle che purtroppo non possiamo prendere nuove adozioni.
Parlo. Trema la voce anche a me.
Vedo suor Laura emozionata. Vengo attaccato su due fronti. Traduce.
Gli occhi della ragazza si riempiono di lacrime, gira la testa da un lato, sta piangendo in silenzio.
Le passo un fazzoletto di carta.
Lo prende con due mani, com’è consuetudine fare qui in Eritrea in segno di ringraziamento. Si alza per avviarsi alla porta e andare via. Senza insistere.
Suor Laura la blocca e le chiede dei bimbi. Per un attimo le torna il sorriso.
Ci dice che stanno bene.
La faccio risedere.
Dice di vergognarsi, di vergognarsi tanto perché è giovane e vorrebbe riuscire a occuparsi dei suoi figli senza chiedere aiuto ma non ce la fa.
Era incinta quando seppe che il marito era morto. Era scappato poco dopo la laurea. Aveva intenzione di arrivare in Europa e portare poi con sé lei e i bambini.
Non si è più risposata.
Le chiedo il nome. Lo scrivo.
So che non dovrei farlo.
Faccio spiegare a suor Laura che sono terribilmente mortificato e dispiaciuto di non poter rispondere alla sua richiesta. Aggiungo che scrivere il suo nome su un pezzo di carta non rappresenta una promessa di adozione.
Lei capisce, dice che se la chiameremo sarà felice altrimenti troverà un modo.
Gliene parlerò a Monica.
Le troppe storie sentite in questi giorni mi stanno devastando.
Guardo suor Laura, sta messa peggio di me.
Si asciuga gli occhi.
Ci prendiamo a braccetto, non c’è nessuno in fila ad aspettare. Abbiamo finito per oggi.
Usciamo a passeggiare, che di emozioni qui si finisce per morire.
Foto 1 di Binti Malu: https://www.pexels.com/it-it/foto/mare-persona-spiaggia-donna-6059377/