La signora senza il cagnolino e il senso del ritorno
Molti dicono “ah quanto era bello quel posto dell’infanzia, quel luogo in cui ho vissuto l’amore, quella casa dove ho abitato d’estate”, vorrebbero tornarci, così per magia. Anche la signora senza il cagnolino qualche volta avrebbe voluto questa bacchetta magica, di rado è tornata in quei luoghi, alcuni erano così nitidi nella memoria, tanto precisi da poter disegnare su un foglio ogni stanza, ogni colore, e risentirne il profumo per riprodurlo poi fedelmente.
Da bambina trascorreva l’estate in un hotel bellissimo, con la torre bianca, le aiuole con le bocche di leone che lei apriva e richiudeva con le dita piccole infilate dentro, facendo parlare quelle boccucce da ventriloquo esperto. Poi sfiorava le belle di giorno sapendo che nel pomeriggio le avrebbe ritrovate tutte serrate come cadute nel sonno sotto un incantesimo. Le scalette per scendere in giardino erano infinite e i piedi troppo piccoli per tutti quegli aghi di pino, e la piscina, oh quella, appena la raggiungeva la vedeva luccicare nel sole, era un lago immenso, profondo e insondabile. Una mattina mentre tutti erano stesi al sole, una bimbetta piccola era sfuggita alla mamma ed era caduta nell’acqua, fu un’altra bambina nel suo salvagente giallo a farfugliare “la bambina piccola sta affogando, sta affogando”, si vedeva soltanto un mulinello nel lago-piscina e poi nulla più. Fu la sorella maggiore della signora senza il cagnolino a gettarsi rapidissima in acqua, mentre un attimo prima era lì a chiacchierare allegramente con le amiche al sole, ora era in piscina, con un tuffo di testa in acqua e poi con la piccoletta fra le mani fuori dall’acqua. Un attimo, a volte basta un attimo di attenzione per fare un gesto utile, per aiutare qualcuno, senza pensarci troppo perché sorella maggiore era una ragazza giovane, forse di sedici anni, o diciassette, quando si va tanto indietro nel tempo si perde un po’ il conto dei numeri ma alcune sensazioni restano fortissime dentro di noi. La signora senza il cagnolino è tornata in quel luogo qualche anno fa, dopo circa quarant’anni, è stata una piccola magia. Eppure la torre non era così bianca, le bocche di leone non parlavano più, le scale per il giardino erano pulite, senza aghi di pino, e breve era il tragitto fino alla piscina. Semplice questa, a forma di otto, con un ponticello che in due passi ti portava dal lato opposto. Tutto era muto, persino le cicale estive non c’erano più. Un’ape all’improvviso è cascata nella piscina, l’acqua ha fatto un mulinello, o forse era lei che sbatteva le ali, possibile che stesse affogando? Le è sembrato di vedere una figura snella e giovane gettarsi in acqua e poi riemergere con la piccola ape fra le mani, in alto, verso il cielo.
Allora tutto ha ripreso a suonare, profumare, illuminarsi, il senso del ritorno è una scintilla nella memoria, basta un attimo, senza pensare troppo, è utile, è buono e bello per tutti noi, tornare nei luoghi dove fioriscono le buone azioni.