Memorie nostre
A mano a mano dice la canzone ed è subito poesia nel cuore. A mano a mano è un lento camminare, e non assomiglia certo al mettere un piede davanti all’altro, è un incedere lento.
A mano a mano che si avanza negli anni, ci sembra di vedere davanti a noi sempre meno spazio e dietro le nostre spalle un film che scorre, tutte le persone della nostra vita vanno via. Qualcuno voleva andarsene, altri non ancora, alcuni si sono allontanati e li scorgi sulla linea dell’orizzonte, ormai già divenuti ombre.
Ogni persona che se ne va si porta via un brandello di noi e della nostra storia, ma resta sospesa nella mente come un tassello del puzzle per la nostra memoria.
Le guardiamo sfilare nei nostri cuori e ne ripetiamo i nomi ad alta voce per non dimenticare, nessuno vorrebbe essere dimenticato.
Ci saranno sempre più domande a cui non troveremo risposte, chi abitava in quella casa? E chi era fratello di chi? E cosa si faceva per passare il tempo quando eravamo in quel luogo di vacanze? E che automobile usavano papà, nonno, zio, quando si recavano a lavoro? Ma eravamo proprio noi in quel viaggio in Africa? Avevamo paura dell’infinito e di dare le spalle all’orizzonte? E che malattie abbiamo avuto da piccole noi sorelle quando ci mettevano vicine nei letti per farcele prendere in contemporanea? E chi era mai quel signore nella foto? Salvatore era davvero il portiere del palazzo dove siamo cresciute? Quando vennero i ladri in casa ruppero davvero il mobile di mamma? E il latte stava in una confezione a triangolo e poi nel vetro o viceversa?
Che nomi usavamo fra di noi quando giocavamo? Le risposte che sapremo darci, da soli, senza un supporto, saranno ogni volta diverse, nuove e confuse con la nostra immaginazione. E le persone che non ci sono più sempre più lontane da ciò che erano e sempre più vicine a ciò di cui avremo bisogno e vorremo tenere con noi. Siamo niente senza coloro che ci restituiscono la possibilità di raccontarci. Siamo altro se restiamo rinchiusi nella nostra personale ricostruzione della memoria. Non c‘è memoria senza un Noi. Per questo e altri motivi bisognerebbe stare di più con gli anziani, tenerli al caldo, dare a loro e a noi l’opportunità di un ricordo da condividere, un pezzo del puzzle che continueremo a costruire come un passaggio di testimone. Il senso di essere parte di un tutto. Questo è il senso della memoria collettiva.