Lettura n.27 Il mistero di Anna di Simona Lo Iacono
Cosa può legare una bambina siciliana di umili origini che frequenta la scuola elementare a Siracusa ad una delle più importanti scrittrici del Novecento italiano che vive a Milano?
Dall’immaginazione della scrittrice Simona Lo Iacono viene fuori il delicato personaggio di Anna Cannavò, una bambina di dieci anni che vive a Siracusa con la mamma sarta e il papà purtroppo diventato disoccupato. Anna è innamorata delle parole, ha la grazia dello stupore negli occhi, conosce una bellezza con cui veste ogni cosa che la circonda, sa operare un disvelamento del quotidiano e delle difficoltà dell’esistenza scovando negli angoli più remoti lo Splendore. Anna ha un dono, quello di vestire di poesia e di magia ogni gesto, suo e degli altri, così quando il Ministero della Pubblica Istruzione indìce un concorso letterario e il preside della scuola informa i ragazzi, non ha alcuna esitazione a partecipare. Il compito è scrivere una lettera a una scrittrice famosa, il premio finale è troppo ghiotto: una settimana a Milano con la stessa scrittrice, Anna Maria Ortese. Non ne sa molto la bambina ma ha una guida, la sua maestra, che in qualche modo le ha trasmesso tutto l’amore per le belle parole. Anna vince e, fra i dubbi e lo stupore dei suoi genitori, sale su un treno accompagnata dalla maestra per andare da Siracusa a Milano dove soggiornerà una settimana con la scrittrice e sua sorella Maria. Lo stile accurato della scrittrice Lo Iacono e la vivacità di dialettismi nella lingua della piccola Anna rappresentano una fase appassionante della lettura, fase che viene a intersecarsi poi con una parte epistolare attraverso la quale conosciamo meglio la figura della Ortese, lo sfondo degli anni vissuti, l’ambiente sociale e professionale, ma soprattutto intuiamo la profondità di un legame di amicizia e di stima fra lei e il misterioso personaggio che le scrive delle lettere. Questa gradevolissima storia è anche un sincero e doveroso omaggio a una grandissima scrittrice, un invito a riscoprirne le opere e a farlo magari con lo stesso stupore dello sguardo della piccola Anna Cannavò, che alla fine del libro scopriamo assomiglia nel modo di osservare il mondo molto più di quanto immaginassimo alla grande Anna Maria Ortese.
“Ti capita spesso di rimanere colpita dalle parole? Spesso? Signorina Anna, io non faccio altro che restare colpita da tutte le parole, quelle libere e quelle oppresse. E da quelle poetiche, soprattutto, che riconosco per il semplice fatto che mi danno una sensazione di caldo, qui, ma anche di dolore. Oppure le riconosco perché invece di farmi proseguire mi fanno fermare, o perché sono dolci ma hanno pure un certo sapore di inferno. Io mi sono ammalata di parole poetiche, signorina Anna, e sono dispiaciuta di non conoscerle tutte, perché mi sono detta che – forse – a conoscerle davvero tutte, le parole, capivo meglio il mondo, ma non lo dite al direttore scolastico, vi prego, tenetevelo per voi che siete scrittrice.”