Tra Sacro e Profano – Zwischenheilig und Profan
Come la musica può cambiare l’umore.
Come la musica ti riconcilia con il mondo.
La giornata ieri era cominciata con diversi imprevisti: le lenticchie lasciate sul fuoco mi hanno costretta a cambiare menu; allora mi faccio un caffè mentre mando in stampa alcune informazioni sul programma del concerto ma dimentico di spegnere e così anche il caffè è andato.
Poco male, fra un paio d’ore c’è il magnifico concerto pianistico di Marcello Mazzoni e potrò rilassarmi.
Soltanto l’aiuto del paziente Salvo permette di stampare i miei appunti perché, inutile dirlo, anche la stampante ha deciso di mettere a dura prova la mia proverbiale poca pazienza.
Entrare nella sala dei concerti a me tanto cara perché tra gli altri ha sentito risuonare la tua voce baritonale già mi rasserena.
Sarà soltanto vedere Marcello Mazzoni chino sul pianoforte che la magia comincia.
E con la magia della musica il mio animo comincia ad abbandonarsi alle note e la musica fa il miracolo di farmi cambiare umore.
Il concerto dal titolo “Liszt tra sacro e profano” è preceduto da una breve, intensa e competente presentazione del pianista.
Gli occhi di Marcello si illuminavano mentre al pubblico attento e in religioso silenzio l’interprete raccontava con le parole le note.
Il suo sguardo era rivolto a un immaginario spartito e le note prendevano forma mentre lui tracciava nell’aria l’armonia.
Quanto la musica riconcili con il mondo è cosa nota, ma sentire come il compositore sia stato influenzato dall’arte figurativa e letteraria della nostra bella Italia conferma che la Cultura è un caleidoscopio di vibrazioni che si intrecciano.
Il programma è impegnativo dal punto di vista tecnico oltre che interpretativo, ma Marcello Mazzoni contagia il suo amore per Franz Liszt e ci lascia senza respiro.
Franz Liszt è considerato uno dei più grandi virtuosi dell’800 e con le sue composizioni ha implementato il repertorio tecnico pianistico. Marcello Mazzoni ha confermato la sua solida tecnica affiancata da uno spessore culturale e interpretativo.
Fra i miti letterari che hanno affascinato il compositore ungherese sicuramente Goethe e Fast hanno influenzato particolarmente la sua arte, forse perché la dicotomia tra sacro e profano rispecchiava la personalità del compositore, teso lungo la sua esistenza a un travaglio tra scrupoli morali e religiosi e sensualità.
Ogni uomo intraprende con sé stesso un lotta tra istinto di creazione pacifica e impulso distruttivo. La vita è un continuo bilanciamento tra thanatos ed eros; il primo è un nemico che risiede dentro noi stessi e ci fa scaturire i sensi di colpa, il secondo è nella musica. L’unico eros che fa vibrare l’intera umanità e ci riconcilia con noi stessi e con il mondo.
I Mephisto-Walzer ascoltati ieri hanno evocato in me queste suggestioni, ma eros è riuscito ad avere il sopravvento.
Marcello Mazzoni ha messo in capo tutti gli archetipi della tecnica lisztiana :accordi pieni di note che si spostavano su tutta l’ampiezza della tastiera, insieme ad ottave e trilli ma anche posizioni ardite sui tasti neri e tutto ciò a una velocità sostenuta ma carica di emozioni. Marcello Mazzoni è riuscito perfettamente a interpretare sia la parte impetuosa sia quella languida e romantica.
Non posso che ringraziare la musica, Mazzoni e Liszt perché sono riusciti in un’ora di musica a farmi cambiare umore e farmi riconciliare con il mondo.