Nascere ombra
Lascio che l’imbrunire mi avvolga, che faccia il suo corso senza ch’io mi opponga. Guardo l’orologio ed è esattamente l’ora che mi aspettavo fosse, perché è l’ora della resa, l’ora di quando il giorno smette il suo impegno e chiude la saracinesca per riaprire battenti solo l’indomani, in un altro modo che sembra sempre lo stesso. Ma solo i più attenti sanno che non è così. Con questi ritmi così scanditi e incessanti mi trovo a disagio, io ho un altro andamento che mi impedisce di rasserenarmi quando il sole passa di là dal mare, scende negli inferi, vi staziona per ricaricare il fuoco, per riaffacciarsi poi dal lato opposto facendo capolino con discrezione e mitezza, per esplodere con un’arroganza che adoro oltre ogni cosa e che mi fa sempre ben sperare che sia la volta buona, quella della luce perenne, quella della vittoria, quella della permanenza.
Ma solo i più attenti sanno che non è così
Perché ad ogni mezzogiorno il sole è talmente forte, a queste latitudini, che sembra sempre un’adamantina promessa d’eternità. E invece no. E funziona sempre così, ogni santo giorno, ma io mi ostino a credere che ogni volta le cose possano essere diverse. Ad un certo punto del giorno capisco che devo scappare per proteggermi, per esistere, che devo trovare luce altra che mantenga la mia forma viva e la mia oscurità intensa. Molti credono ch’io sia solo una sagoma, pochi sanno che sono anche la proiezione di quel lato dell’animo più nero e indicibile, quello che non si palesa e va tenuto ben nascosto.
E come l’anima, anche io sono una compagna di strada, e anticipo, e seguo, e sto lì accanto fedele e muta, come la più affidabile delle amanti. Ma sono estremamente invadente, così come ogni pensiero che non si può dire, che non si può fare, che fa male perché esiste ma che nessuno vorrebbe, perché tutti vorrebbero coerenza tra ciò che dicono e ciò che sentono davvero. Tutti vorrebbero non invidiare quando dicono di non invidiare, non odiare quando dicono di non odiare, non amare quando dicono di non amare… Ma questa aderenza tra sentire e dire è solo un’effimera chimera che continua a ingannare tutti, e soprattutto il “sé”. Ma la verità è che l’anima dell’uomo non ha un’ombra, è trasparente, non ha né contorni né confini. Io non sono infatti la riproposizione dell’animo ma dell’animo nero, dell’ego, dell’io, delle sovrastrutture. Non ci sarebbero ombre se non ci fosse ego. Vivrebbero solo anime pure, ed io sarei solo una sagoma.