Scheda 8 – La storia di Freselam
Scheda 8
Questa è la storia di Freselam
Entra da solo, è un essere minuto e curvo, coperto da un nezelà sulla testa. Alza lo sguardo, incrocia quello mio e quello di Monica, sorride, è una donna, è così dolce.
In questi giorni sono tante, troppe le richieste di aiuto che ci arrivano e subito penso si tratti dell’ennesima mano tesa che non potremo stringere, a cui dovremo dire ancora di no.
Ci consegna la cartella clinica.
Ha un figlio, e suo figlio è in lista.
Faccio un sospiro, chiudo gli occhi, meno male, mi dico.
Controllo i dati anagrafici. Suo figlio ha compiuto 18 anni.
Monica mi avvisa che avremmo dovuto comunicare l’interruzione del sostegno a distanza. Ingoio la saliva. La guardo.
Chiediamo di Freselam, di suo figlio. La sua mamma ci dice che è stato chiamato a fare il primo anno di servizio militare. Abbassa la testa e si scusa di non averlo portato con sé, ma non voleva che il governo lo punisse. Stringe le mani vicino al volto, si accarezza la bocca come a pulirla, continua a parlare sottovoce, e a sorridere, e a rivolgersi a noi, ma nessuno di noi riesce a capire cosa vuole dirci.
Monica parla a suor Laura, la nostra traduttrice, e spiega la situazione, chiedendole di essere dolce come velluto nel comunicarle che il sostegno sarebbe stato interrotto.
Suor Laura ascolta, traduce e comunica tutto.
Io osservo questa delicata mamma.
Il suo viso sorridente non cambia. Nonostante tutto, non cambia.
Si gira verso di noi, adesso, e inizia a parlarci.
Pur non conoscendo la lingua, ormai ne riesco a carpire alcune parti, in base al tono della voce della persona, all’atteggiamento corporeo, in base alla gestualità.
Lei ha un tono poco acuto, la voce bassissima. Non sembra arrabbiata.
Continua a parlare e contemporaneamente avvicina la mano al petto, poi alla bocca, poi verso di noi. E ancora al petto, alla bocca, noi. Petto, bocca, noi.
Suor Laura traduce.
Petto. Questa mamma ci ringrazia con tutto il cuore per l’aiuto. Sorride. Bocca. È d’accordo anche lei di interrompere il sostegno perché i suoi due figli ormai sono grandi e possono farcela anche da soli, hanno studiato, parlano bene e ce la faranno anche da soli. Sorride. Noi. Ci ringrazia ancora per l’aiuto di questi sedici anni, Freselam ne aveva due quando la famiglia italiana ha iniziato il sostegno. E si augura che al posto suo venga aiutato qualcuno che possa avere in futuro almeno la metà della grazia che ha ricevuto lei, e sarebbe già tanto. Sorride, ancora.
Ed è per noi che è venuta.
Da una piccola borsa di tela, sporca di terra e di cammino tira fuori un fazzoletto di pezza. Dentro tre uova. Mi fa segno di prenderle, i miei occhi pieni di lei.
Si alza, viene ad abbracciarci.
Continua a parlarmi e io continuo ad ascoltarla, perché è il cuore di una mamma felice che sta parlando ed è impossibile non riuscire a capirla.
Petto. Bocca. Noi.
Foto 1 e di copertina di Yosef Futsum: https://www.pexels.com/it-it/foto/uomo-persone-donna-ritratto-9452526/
Foto 2 di cottonbro: https://www.pexels.com/it-it/foto/uccello-fattoria-uova-rurale-4911724/