Lettura n. 25 L’amorosa inchiesta
Se avete molto apprezzato e amato Ferito a morte avvicinatevi a questo piccolo libro con una certa cautela, qualcosa non vi coinvolgerà come le altre opere di La Capria, che resta comunque uno fra i nostri migliori scrittori. Il lavoro è strutturato in tre sezioni, sono tre infatti le lettere scritte per provare a ripescare le parole giuste e dare a noi stessi nuove occasioni, quelle che la vita ci ha offerto in un secondo momento, atte a riempire gli spazi vuoti. Forse c’è ancora tempo per dire e per fare ciò che non abbiamo detto e fatto prima.
La prima lettera è quella al primo amore e mi è piaciuta molto per la capacità di compenetrare l’animo incerto di un’età delicata e per la descrizione dello sfondo che rappresenta in modo definito l’ambiente napoletano del passato. Mi ha colpito l’attualità dell’amore impossibile, in questo caso, un amore inarrivabile, intoccabile, che diventa quasi immateriale come tanti innamoramenti caratterizzanti dell’era fluida attuale.
La seconda lettera è alla figlia, in alcuni passaggi estremamente emozionante, soprattutto quando narra del parlare angelico della bambina e di quel filo magico che tiene legati padre e figli nel periodo dell’infanzia, uno stato di grazia da cui nemmeno l’autore, il padre, vorrebbe più uscire. Il pensiero durante la lettura è stato ovviamente alla mia infanzia, alle difficoltà insormontabili del rapporto conflittuale con mio padre ma anche ai rari momenti di compiutezza amorosa che il nostro rapporto mi ha saputo donare, momenti che bisogna tenere a galla nella memoria del cuore, nonostante le macerie degli errori fatti e subìti.
Mia cara, sono stato per te un padre assente, lo so, ma ora non ti scrivo per dimostrarti il contrario, ti scrivo per dirti come fu e in quali circostanze mi trovai quando dovetti separarmi da te. A dir tutta la verità io ancora non so bene quel che allora accadde a me e a tua madre, mentre invece credo di aver intuito quel che tu confusamente sentivi in un’età in cui non ti era facile capire quel che succedeva intorno a te. E in questo, credimi, non sono stato assente.
La terza lettera è al padre, e qui credevo di vibrare di più dentro di me, per ovvi motivi legati alle mie vicende personali e alla scrittura del mio romanzo, ma mi sono sentita piuttosto “messa fuori”, come se in questa parte La Capria non avesse affondato abbastanza i denti nella dimensione intima ed emotiva. Tuttavia lo sfondo di un certo ceto sociale e le sue abitudini emergono sempre con una ricchezza nel disegnare i dettagli tipica dei maestri. La lingua è limpidissima, precisa, senza una sbavatura, lo stile dell’autore è da studiare proprio, per chi scrive e per chi legge con senso critico, soffermandosi rigo per rigo.
Un grandissimo scrittore del nostro mondo letterario, che ci ha lasciato in eredità oltre al bellissimo Ferito a morte che consiglio a tutti di leggere, anche questo piccolo libro letto con cura e amore, regalatomi anni fa da una persona speciale: mia sorella. Se non lo avete letto, fatelo, parliamo di uno dei più grandi autori della nostra letteratura, uno scrittore che è indubbio modello di uno stile letterario sublime del Novecento, da pochissimo purtroppo scomparso.