Furto 41 – Il mio turno
Alla fine arriverà il mio turno.
Ieri Simone è andato in riva al mare. C’è una zona, nella sua città, in cui l’acqua accarezza la scogliera, e nasce un eco che sa di abbraccio, avvolgente e ripetuto, libero dalla necessità di chiederlo, l’abbraccio, è un muscolo involontario. Simone è andato in riva al mare ed è rimasto ad ascoltarsi per cinque lunghe ore, mentre alle sue spalle auto, uomini e cani intenti a far scorrere il tempo.
Simone ci è andato, è andato in riva al mare, e si è seduto, per cinque lunghe ore ha deciso di mollare certezze, fragilità e desideri, lasciandosi tregua, donandosi.
Alla fine arriverà il mio turno.
Continua a dirselo sottovoce, Simone, con la paura addosso che uno strappo di fiato in più possa rendere vana questa speranza. Un turbinio, stasera, tutto è aggrovigliato come una matassa di capelli sottili, che vacillano, sotto un respiro pronto a spezzarli. Un corto a ritroso, in cui fotogrammi di battiti si susseguono senza sosta, fanno a gara. Simone ripensa alle cene in casa, alla prima notte di sonni e sogni a Torino, a quella passeggiata su foglie cadute. Simone ripensa ai film lasciati a metà, alle cene in cui si tenevano per mano. Simone ripensa alle cassate comprate, ai cannoli riempiti, ripensa alla gioia di vedersi felici, al patema dell’attesa, al rumore di chiavi che aprono una porta. Simone ripensa alle case, ai viaggi in macchina, alla Grecia. E inesorabilmente alle sue spalle auto, uomini e cani intenti a far scorrere il tempo, intenti a ricordargli che il tempo non si arresta, così bastardo e inesorabile. Ma voi fermatelo, maledizione, fermate questo tempo, questi attimi di serena complicità. Fermatelo vi prego, mettete un freno a quello che sta accadendo, fate rinsavire l’emozione, fatemi ingoiare questo groppo in gola che soffoca ciò che è stato. Fermatelo, vi supplico, mi prostro, cuore in mano, a chiedervi di fermarlo, di non permettere che stavolta vada a puttane la fila di piccoli tasselli incastrati. Fermatelo, ho bisogno che qualcuno lo fermi, occhi dentro occhi a dirsi ancora che possiamo farcela, assieme, possiamo crederci, assieme, possiamo avere coraggio, assieme, che tutto quello che abbiamo provato era vero, c’era, era lì con noi, era lì con noi e non ce lo siamo sognati, era lì con noi e colorava piano piano ogni stanza abitata delle nostre paure, era lì, lì con noi. Fermatelo, vi prego, fermatelo.
Simone asciuga viso e mani, si morde le labbra.
Si guarda i piedi, una formica fra le sue dita.
Guida e cerca la strada di casa.
Alla fine arriverà il mio turno,
di essere amato,
nonostante tutto,
nonostante me.
Foto 1 di Erik Mclean: https://www.pexels.com/it-it/foto/mare-paesaggio-natura-cielo-5753373/
Foto 2 e di copertina di Min An: https://www.pexels.com/it-it/foto/foto-monocromatica-delle-coppie-che-si-tengono-per-mano-1004014/