Trent’anni di silenzi – 19/7/1992 – 19/7/2022
Una storia lunga trent’anni. Una storia fatta di bugie, depistaggi, processi, confessioni e ritrattamenti. Stiamo tutti aspettando che venga messa una volta per tutte la parola fine a una farsa che ha stancato ognuno di noi e che, soprattutto, ha fiaccato il morale dei familiari delle vittime.
Sì, non dimentichiamoci che stiamo parlando di padri, figli, madri, mogli, sorelle che attendono che giustizia sia fatta.
Chissà cosa pensavano quella mattina i membri della scorta di Paolo Borsellino quando, come d’abitudine, hanno imboccato via D’Amelio. La tensione maggiore dopo che qualche mese prima i loro colleghi erano saltati in aria a Capaci, gli occhi fissi sul dott. Borsellino.
E lui? Chissà se ha notato qualcosa di strano, ma sarebbe cambiato poco. Lo sapeva che il conto alla rovescia era iniziato dopo la morte del suo amico Giovanni Falcone.
Lo diceva a tutti.
“È soltanto questione di tempo”.
E l’orologio si sarebbe fermato proprio trent’anni fa, in quella via stretta come un budello.
Le case sventrate, le auto ridotte a carcasse fumanti, corpi sparsi qua e là. Pianti, urla, disperazione e tra tutto questo la verità, contenuta in una valigetta con dentro un’agenda rossa. Un’ombra registrata da vecchie telecamere che la preleva e la porta con sé.
A distanza di tutto questo tempo rimane quell’ombra assieme a tante altre.
Fantasmi che aleggiano tuttora non soltanto su Palermo ma sull’Italia intera.