Lettura n. 21 Tutte le volte che mi sono innamorato
Dai, ditemi la verità siete capaci di contare quante volte vi siete innamorati nella vita? Quando vi siete fermati su quel discrimine fra il pensare “era vero amore” oppure “era un calesse”? Questo calesse ovviamente in memoria del nostro meraviglioso Massimo Troisi che ci donò un film sull’amore indimenticabile, tutto teso fra leggerezza e sensibilità nel racconto delle difficili dinamiche sentimentali di un trentenne incerto e molto poco convenzionale nell’espressione delle sue emozioni. La storia che Marco Marsullo ci propone è simile a quella del film ma è ambientata ai giorni nostri, i due protagonisti maschili si assomigliano nel mostrare una buona dose ironia e un certo impaccio nei sentimenti.
Cesare ha superato i trent’anni e ha tutti i suoi amici accoppiati, alcuni con una famiglia, altri con una compagna fissa, tutti apparentemente soddisfatti, felici e realizzati, più di lui. Cesare è un single, insegnante, che vive in simbiosi con il gatto Thiago, con la sua Vespa, e che passa da un incontro di donna all’altro senza troppa soddisfazione o convincimento.
Potrebbe tranquillamente continuare così per l’eternità ma un bel giorno gli viene consegnato l’invito per le prossime nozze del suo migliore amico Sandro, e sul biglietto spicca un + 1 accanto al suo nome, perciò con chi si presenterà al matrimonio Cesare dopo solo sei mesi? Tic tac sembra dirgli il suo orologio interiore, serve una fidanzata!
Qualche appuntamento rocambolesco con le ragazze, tutti incontri raccontati dall’autore con tono ironico e a tratti comico-drammatico e che ci strappano sorrisi amari. Incontri falliti che fanno da sfondo a un’epoca in cui le relazioni si sono fatte complicate, o troppo frettolose, o nevrotiche, o piene di aspettative date dalla pregressa conoscenza attraverso i social che spegne ogni occasione di mistero e di curiosità. Cesare sogna forse un amore ideale e si scontra ogni volta con una realtà che non gli corrisponde? O semplicemente ha una paura profonda della solitudine?
“…Non è vero, la solitudine fa schifo, anche nei giorni più esaltanti, quando si è liberi di fare ciò che ci pare, senza orari, castrazioni emotive, pieni delle proprie passioni e dei propri spazi. I momenti più belli di un’esistenza sono quelli che puoi condividere con qualcuno.”
Con uno stile fluido e leggero Marco Marsullo delinea il ritratto di una generazione spaesata nell’incontro con l’altro, sballottata fra una sovraesposizione mediatica del proprio io e un’incapacità a dedicarsi all’unicità dei rapporti umani e sentimentali. Si simpatizza con Cesare ma anche con i suoi amici, con le donne “sbagliate” incontrate e poi scartate, con le difficoltà del protagonista che fa in certi casi tanta tenerezza, soprattutto se i trent’anni per chi legge sono alle spalle da parecchio. Cerca il ritmo giusto lui, Cesare come tanti altri, quello con cui poter sintonizzare il proprio passo, il proprio cuore e il proprio respiro in un percorso di vita a due.
E noi dopo aver chiuso l’ultima pagina ci siamo talmente affezionati che glielo auguriamo dal profondo del cuore.