Sole lo sa
Non credevo che questa sarebbe stata la mia prima notte da sola.
Non era prevista, come tante altre cose accadute in quest’anno.
Ormai sono una campionessa del qui e ora, un’esperta del chiudilaboccarespiraevaiavanti.
La tristezza che è venuta a trovarmi da qualche giorno sa che non si fermerà a lungo, perché la pace che mi abita non le dà molto spazio.
Il silenzio abbraccia i miei movimenti lenti e pesanti, mentre la gravità inchioda il mio corpo alla terra in lotta con la mia anima che vola alto.
I miei bambini dormiranno dal papà.
Il vuoto che ha lasciato è un burrone che ho imparato ad arginare, non ci cado dentro perché io stessa sono il dentro.
Quando respiro quel vuoto diventa spazio all’orizzonte.
È tanto e io non ci sono abituata.
Non so gestire tutto questo tempo.
Che faccio? Lavo i piatti? Stiro? Metto in ordine la casa?
La casa.
E se i bimbi non vorranno più tornare?
Se vorranno rimanere per sempre lì?
Qui tutto all’improvviso puzza di ricordo.
E mi sento sfinita e senza fiato.
Vago con gli occhi e i miei piedi arrivano al letto.
Mi ci tuffo, senza neanche provare ad accendere la TV.
Sicuramente non dormirò stanotte.
E se tornasse la tachicardia? Se l’ansia si impossessasse di me come accadeva mesi fa?
No, non dormirò certo stanotte.
Anche perché ho dimenticato di riempire la ciotola dei croccantini a Sole!
Già lo sento in piena notte venirmi a svegliare, mordendomi i capelli e strisciandomi la zampa sulla fronte.
Se non lo farà in piena notte comincerà dalle sei del mattino, come al solito.
Mi morderà i piedi e miagolerà.
E allora vedi che non dormirò? Finirò per chiudere gli occhi alle cinque e poi arriverà il gatto.
E non sono neanche le dieci!
Questo il mio ultimo pensiero mentre gli occhi si chiudono con decisione su questo vortice di previsioni.
Ma Sole lo sa.
E stanotte non farà nulla. Non starà a dormire neanche troppo vicino, ma si metterà accanto silenzioso, senza muoversi mai.
Neanche alle sette, quando la sveglia suona ed io la spengo girandomi dall’altra parte.
Non un miagolio, non un movimento.
Aspetta con la sua testa sulle zampine anteriori, e il corpo inarcato a mezzaluna.
Aspetta paziente che il Sole sorga su questa notte, in cui, contrariamente ad ogni aspettativa ho dormito!
Non mi fa nessun dispetto.
Sono le otto e mi stiracchio io come un gatto mentre lui apre gli occhietti ma continua a stare fermo.
Io so che Sole ha capito. Ha capito che qualcosa è passato.
Ha vegliato su quel mio sonno profondo che simbolicamente mi portava all’alba di una nuova vita.
Anche quando mi alzo dal letto non si muove, nessuna simulazione di agguato a lui sempre tanto gradita ad ogni mio passaggio.
Lo guardo grata:
Andiamo Sosò! Vieni a fare colazione.
Alza la testolina e mi saluta con un miao.
Sì, Sole lo sa.