Scheda 5 – La storia di Rizbana
Scheda 5
Questa è la storia di Rizbana.
Ha sette anni e sta frequentando la terza classe. La sua scuola non è lontana da casa, ci va a piedi e le piace un sacco. Ancora non ha pensato a cosa farà da grande, sa solo che la sua materia preferita è il catechismo, perché la maestra li fa stare sempre fuori e racconta un sacco di storie che non ha mai sentito.
A parlarci della sua famiglia è la sua mamma. È una donna piccola e tanto esile. Guarda verso il basso, tiene le mani strette in una morsa. Ha l’espressione molto malinconica.
Ci parla del marito, il papà di Rizbana, che fa il militare dalle parti di Barras. Io non so dove si trovi, la traduttrice mi spiega che è molto lontano da qui, a più di due giorni di cammino.
Chiediamo dei fratelli. La mamma cambia improvvisamente espressione: corruga la fronte, alza lo sguardo, inizia a strofinarsi le mani in maniera incontrollata. Rizbana la guarda.
Ci racconta che il suo Robiel, il maggiore, ha finito la scuola, con buoni risultati ma adesso è in prigione.
Questa mamma, questa giovane donna, improvvisamente si mette a piangere.
Non ho mai visto in vita mia un pianto così intriso di dignità, un pianto che giace nel silenzio e vi rimane, immobile. Monica mi dice che è raro, rarissimo vedere qui, in questo paese, una donna piangere. Il pianto qui non è contemplato, non viene insegnato, il pianto è superfluo perché devi pensare a campare, a lottare, a farcela. Ma questa mamma, questo essere tanto sviscerante, non ce la fa a trattenersi.
Ci racconta che il figlio ha tentato di scappare per cercare un futuro migliore, ma è stato catturato. La prigione per chi scappa è terribile, è vicino a Xorona, un luogo in cui qualsiasi forma di umanità viene meno, dove mangi se decidono che puoi mangiare, dove dormi se decidono che puoi dormire, dove capita anche di essere buttati in delle pozze d’acqua e di restare lì per ore, giorni, con la pelle a sfaldarsi, a bruciare perché in quella pozza ci devi anche pisciare.
E questa mamma, questa donna, non ce la fa a pensare suo figlio in un posto così, non ce la fa a sentire i lamenti di Robiel, le grida d’aiuto, le ferite lacerarsi e l’esistenza lentamente svanire. Non ce la fa.
Si asciuga le lacrime.
Alza la testa e continua a raccontare.
Estena frequenta l’undicesima classe, Diana la settima e Selihom l’asilo.
Non hanno una grande casa, solo due stanze. Sempre meglio di una, aggiunge.
E tu scegli una stanza, Rizbana, sceglila e portaci la tua mamma. E poi lì, quando nessuno vi guarda, abbracciala forte, dicendole che tutto andrà bene…
Tutto andrà bene mamma, Robiel tornerà a casa.
Foto 1 di Shelagh Murphy: https://www.pexels.com/it-it/foto/foto-di-gruppo-di-bambini-2883380/
Foto 2 di Cameron Casey: https://www.pexels.com/it-it/foto/griglia-in-acciaio-grigio-1687067/