Lettura n.20 La versione di Eva
Eva, Evita, il mito, la donna, la funzione politica, il rapporto con il corpo, il ponte con il popolo, la relazione con Juan, lo sguardo esterno, lo sguardo interno, la malattia, la trasparenza, la visibilità, la forza, la fragilità, la morte, la persistenza nell’immaginario collettivo per sempre. Per sempre tante versioni di Eva.
L’ultimo libro di Iaia Caputo è tante cose, difficile e riduttivo incasellarlo in un genere, è romanzo storico, o è biografia romanzata, è credo attualmente fra i libri che meglio suggeriscono la plasticità necessaria al romanzo. La storia di Evita è abbastanza nota ai più, la pasionaria che si è battuta per salvaguardare i diritti dei deboli, dai lavoratori alle donne, per le quali ha combattuto fermamente arrivando al traguardo della legge sul suffragio universale femminile nel ’47, ricordata anche come Leu de Evita.
Caputo ci racconta della nascita di un mito ma soprattutto entra nelle pieghe della personalità complessa della donna, e lo fa donandoci innumerevoli versioni di lei, attraverso una pluralità di voci di personaggi che l’hanno incontrata e le sono stati accanto, in un risultato prismatico delle tante Eva racchiuse e trasformatesi nel corpo diafano.
Voleva fare l’attrice Eva Duarte, ma lo desiderava non tanto perché fosse il bisogno profondo di recitare quanto per diventare visibile, la donna nemmeno tanto bella ai suoi primordi, con una femminilità da ragazza della porta accanto, nel tempo viene plasmata e si aiuta con una tenacia inimmaginabile a diventare la donna icona del popolo argentino, carismatica e piena di forza e fascino.
Eva e il potere, Eva e l’amore immenso che la gente prova per lei urlando il suo nome nel desiderio di vederla alla vicepresidenza, Eva che rinuncerà al ruolo ma che resterà, fino a quando la vita glielo consente, in primo piano sulla scena politica del paese anche a livello internazionale.
Eva e la malattia, il corpo che si consuma, la malcelata sofferenza, Eva che scompare, Eva che viene sepolta in una tomba della sua famiglia, la tomba dei Duarte, sepolta semplicemente come una donna comune. O forse come un Mito che non muore mai. Indimenticabile, indistruttibile dal tempo e lontana dalla finitezza umana.
“Tornerò e sarò milioni”