Clara: il vizio di famiglia
Ogni volta che un giovane si avvicina allo studio della musica lirica o classica ancora mi meraviglio, perché penso alle ore di studio che dovrà affrontare, ai sacrifici a cui va incontro, ma soprattutto al rigore della vita quotidiana.
Clara La Licata mi sorprende per la sua caparbietà, allegria ed entusiasmo che non si è mai smorzato neanche davanti a delusioni.
La raggiungo a Bologna, la città nella quale ha deciso di studiare e vivere, e dove da pochi giorni ha superato brillantemente gli esami di laurea di canto lirico.
Sedute sotto il sole primaverile all’ombra delle Torri, sorseggiando un caffè iniziamo la nostra conversazione.
Com’è iniziato il tuo rapporto con la musica?
Questa domanda le evoca i suoi esordi, il momento della scelta o forse l’evoluzione naturale di una vita in famiglia dove cultura e musica sono coltivate da generazioni.
Il mio rapporto con la musica è nato come un gioco, un mondo da esplorare. Sicuramente questo è stato supportato da un contesto familiare particolarmente vicino al repertorio colto e alle arti in generale. La musica per me è qualcosa di viscerale, sempre presente. Da bambina ho frequentato diversi cori compreso quello del Conservatorio Bellini di Palermo. Per alcuni anni il mio rapporto con la musica fu completamente scollato da quella classica, la mia curiosità mi ha spinta a tantissimi generi anche sperimentali e decisamente a-tipici per un’adolescente. Infine dall’ultimo anno di liceo in poi ho iniziato a studiare canto lirico sotto la guida di un’insegnante palermitana. Direi che non c’è mai stato un momento in tutta la mia vita in cui non mi sia sentita legata alla musica, è qualcosa di imprescindibile da me.
Ancora oggi cerca di non fermarsi mai e mantenere vivo questo rapporto intenso, non solo attraverso lo studio del repertorio colto, ma anche frequentando teatri d’opera, sale da concerto, locali con musica dal vivo e concerti sperimentali rendendo l’approccio con la Musica mai scontato o stigmatizzato per generi.
Pertanto la passione per la musica classica è stata coltivata contemporaneamente al teatro, complice un padre eclettico attore e regista.
Resta folgorata quando per la prima volta assiste a uno spettacolo di opera lirica; con la sensibilità artistica che la contraddistingue, capisce che nel teatro d’opera sono fuse tutte le sue passioni: canto, recitazione, scenografia, costumi.
Ricordi ancora quale furono le prime opere alle quali hai assistito?
Mi ricordo ancora tra le prime opere che vidi, La Traviata “degli specchi” con la regia di Henning Brockhaus e La Damnation du Faust con l’incredibile regia di Terry Gilliam. Negli stessi anni mi capitò di avere la fortuna di assistere anche ad un cineforum di film legati alla musica dove potei scoprire altre opere di nicchia legate al canto lirico, come Prospero’s Books di Peter Greenaway con musiche di Michael Nyman e il film Stravinsky Oedipus Rex di Julie Taymor con Jessye Norman. Ancora una volta posso dire che quello che mi colpì di più e che crebbe la mia passione per la musica fu proprio la commistione dei vari aspetti visivo-teatrale-musicale, oltre alla sperimentazione di tali compositori come Nyman e Stravinsky che provocò in me uno shook positivo benchè avessi soltanto quindici anni .
Forse fu quello il momento che segnò il percorso che doveva seguire e quindi, finito il liceo, aveva già in mente che la musica fosse la strada da percorrere .
Ma ecco che subito la sua smania di perfezionismo la porta a seguire vie parallele e complementari.
Mi imbarcai per una via che ad ogni modo si avvicinava all’opera, ovvero presi un diploma in Set Design scenografia frequentando la UAL, University of the Arts London. Tuttavia non riuscivo a scrollarmi dalla testa il fatto che volessi cantare e fortunatamente non abbandonai gli studi, e una volta terminato l’anno accademico, decisi che era tempo di tornare in Italia per apprendere la tecnica del Belcanto.
Adesso è il momento di trasformare la passione in studio; così dopo i primi studi a Palermo, Clara La Licata si trasferisce a Bologna al Conservatorio Martini dove ha studiato per otto anni con il Maestro Marina Gentile e supportata anche da molti altri insegnanti sia esterni che interni.
Incontri importanti sia dal punto di vista umano che musicale sono sicuramente quelli con il Maestro Leone Magiera e con Nicoletta Conti.
Mai sazia ma sempre alla ricerca di sperimentazioni e studio Clara continua a raccontarsi:
Inoltre ho studiato con Elisabetta Benvenuti, figlia di Liliana Poli e di Arrigo Benvenuti, e con Stefano Malferrari, con i quali ho avuto l’onore di approfondire il repertorio del ‘900, una delle mie grandi passioni. Sicuramente però l’incontro più stimolante di tutta la mia carriera da studentessa è stato nel 2019 con Renato Bruson. Durante questa Masterclass non ci si è soffermati solo sulla tecnica o sul fraseggio, ma ho capito quanto nella vita di un cantante sia importante prima di tutto la forza di volontà e la testa e poi indubbiamente anche la musicalità e il buon gusto, che però sono doti innate e difficili da conseguire se non le si possiede nel proprio bagaglio umano.
Con la consapevolezza che lo studio delle arti è sinergico durante gli anni del Conservatorio, ha conseguito anche una laurea al Dams su Meredith Monk, grande vocalist, compositrice e performer e accanto a questo ha frequentato l’Accademia Verdiana del Teatro Regio di Parma dove ha incontrato cantanti di fama internazionale come Barbara Frittoli, Giovanna Casolla, Sonia Ganassi, Fiorenza Cedolins e molti altri artisti del teatro.
Il caffè è finito, il sole riscalda sempre di più i nostri visi e la nostra conversazione prosegue fino ad arrivare a pochi giorni fa: Laurea con il massimo dei voti in canto lirico il 16 marzo di quest’anno con una tesi sul Cabaret colto.
Questo curriculum di vita e studio sembra essere ricco solo di soddisfazioni .
È allegra quando le chiedo dei suoi successi.
Tra i miei più grandi successi ci sono state sicuramente tantissime esibizioni alle quali ho avuto l’onore di partecipare o di essere selezionata: ad esempio quest’anno ho preso parte ad un concerto al Teatro Verdi di Pordenone con Guido Corti, un grande Maestro che ho avuto la fortuna di incontrare e con Renaud Capuçon. Ho vinto alcuni concorsi come il Premio Alberghini, il Premio Iva Pacetti e una menzione d’onore al concorso internazionale del Lions Club. Un altro successo è stato poter frequentare L’Accademia Verdiana per quanto sia stato un percorso intenso e complesso. Inoltre nel campo della musica contemporanea e sperimentale ho avuto l’occasione di misurarmi più volte in diversi contesti e repertori, come al Mambo di Bologna per l’esecuzione nel 2021 di Calendario Giapponese di Sylvano Bussotti, insieme a Fontana Mix Ensemble, sono stata scelta per eseguire Laborintus II di Luciano Berio con Federico Sanguineti (voce recitante) sotto la guida di Marcello Panni e ho lavorato con artisti internazionali come Alvin Curran e Anthony Patheras.
Ma Clara sa che il percorso artistico è anche irto di delusioni, ma queste lei le identifica soltanto rispetto alla sua volontà e caparbietà, sempre pronta a trasformare gli ostacoli in opportunità:
Confido che con il tempo la mia capacità a reggere in determinate situazioni di stress o di competizione aumenterà e mi rafforzerò. In questo senso non ho tanti rimpianti, perché credo che qualsiasi cosa accaduta ad un artista faccia parte del suo bagaglio di storia e percorso emotivo.
Sempre pronta a sperimentare tra classico e moderno si entusiasma per ogni forma di canto.
Sono convinta che il melodramma sia nelle mie corde perché a differenza di altri repertori più moderni, la voce riesca a mostrare tutto il suo colore, la ricchezza di armonici e il suo suono per intero. Gli autori che preferisco di più sia dal punto di vista musicale che drammaturgico sono indubbiamente Verdi e Puccini. Tuttavia durante i miei studi ho letto e affrontato tantissimi repertori come la liederistica, chansons, songs sia per pianoforte che per ensemble. Ho debuttato cantando Kurt Weill e ho eseguito disparati repertori come le Folk Songs di Luciano Berio, Three Early Songs di George Crumb fino ad arrivare a brani inediti scritti appositamente per me da compositori viventi.
Nella musica contemporanea, a differenza del grande repertorio, si sente a suo agio, libera di poter intervenire con creatività tra le crepe che lasciano i compositori nella scrittura della loro musica. Tanto da spingersi a intraprendere progetti di improvvisazione e musica sperimentale.
Fermamente convinta che non via sia un unico modo per veicolare messaggi, soprattutto nella musica, vi sono diversi linguaggi che vanno saputi utilizzare.
Musica contemporanea e belcanto che si intrecciano.
Certamente il contesto di musica sperimentale attuale è più aperto rispetto al mondo dell’opera lirica che difficilmente accoglie modernità, ricordando che anche Monteverdi, Mozart o Verdi facevano della musica molto innovativa in relazione ai loro periodo.
Da giovane immersa nell’epoca in cui vive fa una riflessione:
Sebbene il melodramma sia sempre eterno nella sua bellezza, tuttavia mi rendo conto che per via di alcune caratteristiche connotative, i giovani non lo reputino un repertorio facile da ascoltare. Quindi bisognerebbe trovare delle vie che possano funzionare per rendere il melodramma, e più in generale il canto lirico, un genere più fruibile.
Un fiume in piena che contagia e trascina l’interlocutore nella sua concezione di Musica totale, che salta con intelligenza dalla musica tradizionale alle altre espressioni musicali.
E così già pensa di realizzare i suoi progetti musicali:
Ho iniziato a lavorare ad alcuni progetti che avevo in mente da un po’ di anni, producendo musica da sola, utilizzando supporti elettronici e sfruttando collaborazioni con cari amici e validissimi musicisti. Inoltre da due anni faccio parte del duo Wind Elegy insieme a Matilde Bianchi, giovane talento pianistico, con la quale abbiamo proposto e stiamo proponendo vari recital, in particolare quello sul Cabaret, che a partire della mia ricerca di tesi di laurea ha preso vita e si sta sempre più strutturando. E infine l’ultimo alla quale stiamo lavorando è un concerto con musiche contro le guerre, non solo quelle militari ma anche quelle più personali, contro il razzismo, l’omofobia e contro tutti i conflitti bellici e interiori.
Clara La Licata è cresciuta e ha avuto il privilegio di vivere in una famiglia molto stimolante dal punto di vista culturale, e lei ha saputo sintetizzare perfettamente tutte le sollecitazioni ricevute guardando avanti ma anche dentro di sé, convinta che la musica sia la migliore lingua per esprimersi e per comunicare.