Donne d’Ucraina
Si festeggia oggi, come ogni otto marzo, la Giornata internazionale dei diritti della donna. Proprio questa ricorrenza ci ricorda le conquiste sociali, economiche e politiche ma anche le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono state e sono ancora oggetto in ogni parte del mondo.
Mai come quest’anno questa giornata è dedicata alle donne: ragazze, mamme, nonne che stanno fuggendo dall’orrore della guerra; che sono costrette ad imbracciare le armi per difendere ciò che resta di un Paese che fino a due settimane fa viveva della normale quotidianità di qualsiasi altro stato. Mai come oggi le mimose giallo Ucraina ci riempiono di tristezza e di dolore. L’azzurro della bandiera non è quello del cielo sopra Kiev, Mariupol o Kherkov. Fumo nero, acre che sporca i volti e blocca il respiro. Esplosioni rimbombano nelle orecchie e sui volti scorrono lacrime.
Chissà come avrebbe immaginato il futuro per il proprio bambino la mamma di Kirill, morto sotto i bombardamenti nella cittadina di Mariupol. Chissà come sognavano il primo parto tutte le donne che sono state costrette a partorire in rifugi di fortuna creati in un batter d’occhio in ogni metropolitana della nazione. Ragazze che avendo perso i genitori sono state spedite assieme ad altre migliaia di rifugiati nei campi adibiti dalle nazioni confinanti all’Ucraina.
E le nonne che rivivono l’incubo delle bombe? Loro che l’avevano già vissuto negli anni ’40 del 1900 e speravano non doverlo mai più rivivere.
Alle donne d’Ucraina oggi si stringono tutte le donne del mondo. Perché quando i diritti vengono negati, calpestati, non si può non pensare quale sia stato il senso per cui decine, centinaia, migliaia di loro si siano battute e siano morte per non essere vittime di soprusi.
E allora oggi non possiamo festeggiare ed onorare una ricorrenza come la Giornata internazionale dei diritti della donna, perché non può farlo ogni singola donna del mondo. Non possono farlo in Ucraina dove i diritti sono stati cancellati a tutti. Le bambine non possono giocare, le mamme non possono insegnare ai propri figli il nome di un arcobaleno che non appare. Ogni anziana non può godersi gli ultimi anni nella pace della propria casa, distrutta dai missili.
In fondo non sarà neanche tutto questo il motivo di dolore per ognuna di esse.
Forse giù, nel posto più intimo di ogni essere umano vi è la distruzione peggiore. Perché in ogni donna d’Ucraina in questo momento è il cuore “ il Paese più straziato “.