Lettura n.12 Lettere tra due mari di Siri Ranva Hjelm Jacobsen
C’era una volta tanto tempo fa, un’unica distesa immensa d’acqua, poi la terra emerse e ricoprì una parte di superficie sempre più grande. Le acque si separarono e limitarono lo spazio entro cui lasciar liberi i loro moti ondosi. Atlantica vecchia e burbera, è di almeno centottanta milioni di anni, è disillusa e stanca, la sua compagna/sorella Mediterranea, molto più giovane, ha soltanto cinque milioni di anni, sembra voler credere ancora a una possibilità di riscatto per l’umanità, anche se è già profondamente ferita nel suo intimo.
“Non sono più io. Mi riempiono ogni giorno di cose estranee e inanimate, me le ficcano dentro”.
Si parlano, si raccontano la vita attraversano lettere che sfiorano la poesia, che non narrano mai le cose del mondo dal punto di vista umano ma da quello della Natura, il tutto arricchito dalle suggestive illustrazioni in b/n dell’artista danese Dorte Naomi. Naturalmente il tema di fondo curato dall’autrice con grandissima sensibilità è quello dell’emergenza ambientale dell’inquinamento nei nostri mari, problema sempre più urgente. Sappiamo con una certa attendibilità che nei nostri mari fluttuano o sono depositate sul fondo circa 150 milioni di tonnellate di plastica e che nel futuro prossimo aumenteranno vertiginosamente se non corriamo ai ripari. Esistono tante modalità per mettere in risalto certe problematiche che ci affliggono, e spesso, passare attraverso il canale della narrativa e della poesia può aiutare a toccare corde più intimamente di quanto facciano alcuni discorsi diretti. Il mare subisce in silenzio e l’attribuzione di emozioni e di sentimenti ad Atlantica e Mediterranea, da parte dell’autrice, fa sentire immediatamente il lettore in sintonia con quel senso disarmante di tristezza e di lontananza vissuto dalle due protagoniste. Gli esseri umani, seppure riescano a suscitare ancora una certa curiosità, soprattutto in Mediterranea che tenta di raccontarne aneddoti alla sorella Atlantica, non possono cogliere l’urgenza del desiderio di ricongiungimento fra i due mari.
“Cara sorella, tra non molto, grandi foreste ricresceranno in noi, fitte e nere di nutrimento. Pensa a questo, pensa che saremo l’unico suono al mondo.
Tua Atlantica”
L’elemento femminile è preponderante nel racconto, l’acqua è vissuta come un grande grembo materno che accoglie, nutre e restituisce. Ed è anche per questo che il libro è stato visto come una sorta di manifesto femminista e naturalista, in una forma ibridata di saggio e poesia. Non mancano richiami ai classici nella figura del mito di Dedalo e Pasifae, in un’eco di sentimento nostalgico e di esodo dal tempo e dallo spazio.
In pochissime pagine questo libro condensa emozioni che ci fanno sentire ancora il legame viscerale con la madre Terra che ci ospita, e che con le acque, i cieli, e gli abitanti tutti, coloro che erano qui prima di noi e che dovremmo rispettare e custodire con maggior cura.