Chi ha paura di Virginia Woolf?
L’opera Chi ha paura di Virginia Woolf? tratto da un testo di Edward Albee torna al Bellini di Napoli grazie alla regia di Antonio Latella.
Lo spettacolo ci pone di fronte a una profonda satira sociale, con ironia e sarcasmo indaga sia sui problemi coniugali della coppia protagonista, ma anche su una serie di sfumature che finiscono inevitabilmente a incidere sulla loro vita in un climax ascendente che renderà sempre più evidente che il vero problema, che essi non trovano la forza di affrontare, è dentro loro stessi.
Chi ha paura di Virginia Woolf?
Il titolo del testo ha in realtà ben poco a vedere con il personaggio storico di Virginia, che in realtà non compare fisicamente all’interno dello spettacolo. Piuttosto si rifà a una filastrocca per bambini che in lingua originale segue il motivetto di Who is afraid of the big bad Wolf? ovvero Chi ha paura del grande lupo cattivo? È abbastanza probabile che tale riferimento passi inosservato nella traduzione italiana. Non c’è di fatto il background che ci riporta al motivetto e manca anche il gioco di parole sui termini Wolf, come lupo, e il cognome della scrittrice Woolf, appunto.
In realtà, se ben si va pensando, tutta l’opera è piena di giochi di termini che si susseguono nella presa in giro che Martha e George attuano l’uno nei confronti dell’altro. Altresì, è vero che la Virginia storica fu un personaggio controverso e scomodo alla società del suo tempo. Penna affilata e tagliente affrontò temi a cui la società del suo tempo non era pronta ad affrontare. E la lingua dei due protagonisti non è certo meno pungente! Si attaccano, si offendono, si sminuiscono vicendevolmente di fronte ai loro ospiti. Eppure si può davvero dire che essi possano essere concepiti separatamente?
Il rivale
Fin dalle prime scene si percepisce che il rapporto fra Martha e George non è fra i più idilliaci. E se la donna annega la propria infelicità nell’alcool, George sembra essere crollato in una sorta di strana apatia che riesce ad essere sconvolta solo dalle insistenti rimostranze della sua compagna.
Può risultare, in effetti, particolarmente evidente che tutti gli atteggiamenti aggressivi di Martha sono una disperata richiesta di attenzione, oltre che una barriera che la donna erige contro sé stessa. Perfino il tradimento diventa un modo di richiamare l’attenzione ed è anche la ragione principale che porta gli ospiti nella loro casa. Davanti a questi Martha non fa che sminuire e umiliare il proprio compagno causandone sia la gelosia, sia una serie contro-risposte alle sue provocazioni.
Il senso di inadeguatezza
George deve combattere tutto il tempo contro il senso di inadeguatezza sia nei confronti del suo ospite, ma anche contro la figura del padre della moglie, il rettore dell’università. Un’altra nota dolente a cui verrà sempre confrontato e dal quale, almeno stando alle parole di lei, non sembra avere alcun rispetto. Sembra che si pretenda da lui troppo e quindi George arranca, un po’ per trovare il suo posto, un po’ per mantenere ciò che è riuscito a raggiungere.
Il teatro dell’assurdo e il confine fra realtà e menzogna
L’unica grande verità è che Martha e George si meritano vicendevolmente e che tutto ciò che nasce dai loro dialoghi, tutte le bugie che raccontano e si raccontano non fanno altro che mettere in evidenza le loro fragilità. Incatenati nell’illusione, messa in piedi per i loro ospiti, non sanno più come venirne fuori. Ed è così che la bugia si evolve, cresce, ma allo stesso tempo diventa sempre più complicata da gestire. Perfino loro stessi restano incastrati nella loro trappola, nel grande castello di illusioni che si sono creati. Ma le illusioni si sa, sono fragili e basta un alito di vento per farle crollare in mille pezzi.
Interpretazione
Dover portare sulla scena una così vasta gamma di emozioni e per di più far sì che il pubblico le comprenda, non è certo impresa facile. Eppure la regia teatrale di Antonio Latella ci riesce. Magnifica Sonia Bergamasco che con la sua presenza e la sua interpretazione riesce a tenere sempre viva l’attenzione dello spettatore. Domina la scena, incontrastata e brillante, in quello che è un personaggio controverso, fragile e spietato. Il vero fulcro dell’opera. L’accompagna Vinicio Marchioni, ottimo coprotagonista, bravo a enfatizzare il gioco delle parti che porta avanti l’intera commedia.
Il pubblico non può che levarsi in piedi e applaudire.
Abbiamo visto:
Chi ha paura di Virginia Woolf?
regia Antonio Latella
con Sonia Bergamasco, Vinicio Marchioni, Ludovico Fededegni, Paola Giannini
drammaturga Linda Dalisi
al Teatro Bellini di Napoli
Si ringrazia l’Ufficio Stampa