Lettura n. 11- Scrivi sempre a mezzanotte
Ho sempre avuto una grande passione per le storie epistolari, e ogni tanto sento il bisogno sfrenato di leggerne una.
Questo libro raccoglie la raccolta delle lettere inedite fra Virginia Woolf (136 in tutto) e Vita Sackville-West nel periodo che va tra il 1922 e il 1941.
Circa vent’anni di carteggio a testimonianza di un amore che comprendeva amicizia, intesa intellettuale e sensuale, un bisogno reciproco di cercarsi l’una nell’altra. Il sentimento che ha legato le due donne, diversissime anche di personalità, è stato raccontato da molti critici e dalla stessa Virginia sotto forma di romanzo nell’Orlando, personaggio ispirato a Vita in tutto e per tutto, diventando uno dei doni letterari più preziosi per noi lettori.
Sono andata avanti molto lentamente nella lettura di questo libro come se avessi avuto bisogno di entrare in punta di piedi nell’intimità che le lettere andavano svelando poco alla volta.
Una relazione durata circa vent’anni di cui assaporiamo in parte il valore in queste epistole. Virginia e Vita si conoscono un giorno per questioni professionali, in quanto Virginia ha fondato la sua casa editrice con il marito Leonard e Vita è una scrittrice piuttosto affermata. A mano mano che si procede nella lettura delle lettere emerge questa fascinazione che l’una prova verso l’altra, ed emergono attraverso i dettagli del dialogo reciproco le personalità molto diverse fra le due scrittrici e donne. Vita è come una fiamma, esplode piena di entusiasmo, di vitalità come il suo stesso nome suggerisce, e con una voglia di vivere in maniera disinibita e appassionata, viene da una famiglia aristocratica, ha trent’anni, e diversamente da Virginia è una donna che vive la sua sessualità in maniera totalmente libera. Virginia, d’altro canto, è come l’abbiamo conosciuta anche attraverso i suoi scritti, una donna più chiusa in sé stessa e più delicata, a prima vista diafana, e un po’ inibita, ma è una donna che conosce anche il valore dell’ironia e sa come usarla. Via via che si aprono l’una verso l’altra e scoprono i propri sentimenti, ci accorgiamo che Virginia ama giocare, e ama alimentare le schermaglie amorose con Vita. Traspare attraverso le lettere il mondo abitato nella società di quel tempo, un ambiente popolato dai rispettivi mariti, sempre presenti, Leonard ad esempio è una figura bellissima, accompagnerà questa relazione fino all’ultimo estremo atto di Virginia. Il mondo delle due donne è animato da cani, animali, e da tanti oggetti che hanno un significato specifico. Vita è molto distratta e dimentica sempre qualcosa di suo nei luoghi in cui è stata con Virginia, come se volesse lasciare una traccia di sé e dell’amore che le lega. Si confrontano spesso sulla scrittura quasi da sembrare in competizione ma è sempre un tipo di confronto indotto a dare stimolo alle rispettive attività artistiche.
Seppure la corrispondenza racconta la passione crescente che le lega, fa allo stesso tempo emergere, poco alla volta, il disagio esistenziale che opprime l’animo di Virginia. La sua spiritualità interiore contrasta con la fiamma vitale di Vita ma crea un’attrazione potente fra le due donne. Osteggiate dalle convenzioni dell’epoca e dalla lontananza avranno delle difficoltà a incontrarsi e l’amore resisterà cionostante per un lungo periodo, ma la sofferenza interiore di Virginia e l’insicurezza anche da innamorata avranno la meglio sul sentimento e la porteranno a chiedere in una lettera “In quale piolo della scala mi collochi?”.
In una delle ultime lettere poi rivelerà tutto il suo disagio e si toglierà in seguito, come sappiamo, la vita nel fiume, suo marito Leonard avrà la delicatezza di comunicarlo personalmente alla sua amica.
Una storia d’amore e di intesa intellettuale straordinaria e da non perdere, soprattutto per gli amanti delle epistole.