Scheda 1 – Io parto
Ottobre 2015
Non è il mio primo viaggio in Africa.
Parto, di nuovo, ma con la terrorizzante consapevolezza di non essere protetto da un gruppo, come al solito, di non potermi nascondere e lasciare spazio agli altri. Parto, stavolta parto, e il viaggio profuma di foglio bianco.
Non sono sicuro di aver messo la torcia nel bagaglio. Domattina prima di andare in aeroporto ci devo guardare.
E pensare che domani sarò lì, e pensare che domani avrò piedi e occhi ancorati al suolo, per non perdere di vista me, per non perdermi. Ho studiato, per giorni e giorni ho studiato tutto quello che l’associazione mi ha chiesto di fare. Ho riletto le procedure, sottolineato parole chiave, organizzato schemi e ricominciato.
Come faccio a prendere sonno. Dormirò sull’aereo, le ore di volo sono tante.
No. È meglio che controllo adesso.
Eccola. La torcia c’è.
Forse devo aggiungere altre salviette imbevute, se manca l’acqua dovrò arrangiarmi con queste.
Ma chi me l’ha fatto fare. Scemo io e queste idee malsane che mi vengono.
Devo alzarmi all’alba domattina. Devo ricontrollare la lista delle cose da portare, ci sarà sicuramente qualcosa che avrò dimenticato, o qualcosa di superfluo che posso lasciare.
E i bambini. Durante gli aggiornamenti dei sostegni a distanza ne vedrò tanti, troppi tutti in una volta.
Bisognerà non farsi prendere dalle emozioni. Bisognerà essere quanto più distaccati possibili.
Prima di partire devo ricordarmi di chiamare Chiara.
Bisognerà non farsi prendere dalle emozioni.
E mamma. Mi devo ricordare di abbracciare anche lei.
Non farsi prendere dalle emozioni.
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