Le sbagliate – Giordano Riboli
“Nonostante il coraggio di tantissime donne, il cambiamento culturale non si è attivato”
“Le sbagliate” recita provocatorio il titolo. Ma sbagliate perché? Perché non sanno tacere, accettare, normalizzare, banalizzare, alleggerire? Perché non sanno minimizzare e accettare soprusi e vessazioni? O sbagliate perché incapaci di replicare, difendersi, riprendersi, rialzarsi, opporsi? Ma chi non sa difendersi si merita quello che subisce? Si è meritevoli di rispetto solo se si sa domare la bestia, altrimenti sono la selezione naturale e la legge dell’egemonia ipertrofica che dettano il ritmo dell’estinzione? O forse sbagliate perché se si è vittime di un pregiudizio o di una violenza è perché non si è stati capaci di aggiustarla la vita, e quindi se una vita non è giusta è, per esclusione, evidentemente sbagliata, e se è sbagliata di per se stessa, cosa c’entra un uomo che violenta, sottomette e uccide in tutti i modi possibili? Che colpa ha? Nessuna, lui è solo un meccanismo dell’ingranaggio, quasi necessario perché si compia il destino di chi non sa (o non può) prendere a morsi l’esistenza.
Ma sbagliate perché?
Gli uomini sono forse le innocenti e inconsapevoli pedine di questa macchinazione? Sono forse le vittime di sbagliate che li inducono ad azioni deplorevoli che altrimenti non porrebbero mai in essere? Perché gli uomini, si sa, sono sempre impeccabili, tranne però quando si tratta di prendersi delle responsabilità, preferendo piuttosto demandarle a coloro che sono costrette a subirli. “Le sbagliate”, secondo questo suggestivo e crudo libro a cura di un asciutto e diretto Giordano Riboli, fotografo dell’essenziale, dell’intimo, della vita sotto la pelle, sono tutte le donne colpevoli di essere donne, che subiscono in silenzio per pudore o per dolore, per incapacità reattiva o per volontà di gestione non plateale delle recrudescenti sofferenze che vengono dai marosi dell’anima.
donne colpevoli di essere donne
Il libro fotografico che, insieme ad impavide guerriere spogliate dentro e fuori, ci viene sottoposto come uno specchio che riflette coscienze e discernimento, non è una semplice raccolta di esempi di forza e autodeterminzione, di sovversione e riscatto, ma di più: è un’accorata denuncia, un’esplicita ribellione, dura, sfacciata e perentoria e con la grande abilità provocatrice tipica degli uomini sensibili ed empatici, quelli che invece se la prendono la responsabilità di essere uomini e combattere la bestialità dei propri simili per indurre ad una coscienza elevata di giustizia e parità.
impavide guerriere spogliate dentro e fuori
“Le sbagliate” è un monito, è un accento sulla deriva autoritaria del potere costituito, quello maschilista, che solo il fare sedizioso delle intelligenti milizie umane al servizio dei diritti inalienabili di ogni persona può smontare, milizie silenziose forse, ma sempre in marcia contro ogni forma di prevaricazione. Il male fa “solo” molto più rumore del bene, e in quanto male è subdolo e infìdo, ma coloro che combattono per la giustizia sociale sono un esercito in lenta e costante marcia, un magma latente e travolgente che può e deve avere la meglio sugli alfieri dell’egoismo viscerale, sui fanatici delle vite altrui sfruttate a proprio uso e consumo. “Nonostante il coraggio di tantissime donne, il cambiamento culturale non si è attivato” scrive Riboli, ma forse invece si è attivato, altrimenti questo libro necessario quanto audace, fatto di autore ed editore coraggiosi, donne coraggiose, foto coraggiose, non avrebbe mai visto la luce.