Enza Petrilli, Aida e Fiamme Oro
“Una freccia può essere scagliata lontano solo tirandola prima indietro. Quando la vita ti trascina indietro con le difficoltà significa che ti sta per lanciare in qualcosa di grande. Concentrati e prendi la mira”
Questo diceva il Dalai Lama e mai metafora fu più adatta. Prendersi cura dei propri sogni e maneggiarli quotidianamente piuttosto che tenerli nel cassetto, fa correre un rischio meraviglioso: realizzarli! Alla nostra Enza Petrilli è successo questo: quando si è sentita tradita dalla vita aveva solo fatto male i conti: la vita stava organizzando per lei un futuro radioso, che l’avrebbe fatta entrare nella storia, bruciando tappe su tappe. L’immortalità si conquista quando la narrazione degli eventi si ripete nel tempo, in un tempo senza fine, ed Enza si è conquistata un posto nella memoria dello sport, quello il cui valore va oltre le prestazioni fisiche. È già nell’olimpo del tiro con l’arco, e vi è arrivata in un lasso di tempo così esiguo che è impossibile credere che non fosse predestinata.
Enza è già nell’olimpo del tiro con l’arco
Al suo primo campionato italiano para archery, nel 2018 (e solo dopo due mesi di allenamento), porta a casa per sé e per la sua squadra, l’Asd Aida, un secondo posto che già profuma di eccellenza. “La fortuna dei principianti”, potrebbero sibilare i mal pensanti, e così forse potrebbe essere se non fosse che nei due anni successivi, in gare ufficiali, continua ad arricchire la sua bacheca di punti e medaglie, fino ad arrivare prima alla convocazione in nazionale e, nel 2021, alle paralimpiadi di Tokyo. Pardon, non solo arrivare ma anche imporsi: medaglia d’argento! E il tetto del mondo è tutto suo. E anche un po’ nostro e di chi non sa smettere di amarla. Perché se è vero che l’importante è partecipare, è altrettanto vero che se si vince, ciò che si porta a casa non è semplicemente una medaglia, o tanto prestigio internazionale, ma è soprattutto un nuovo metro per riprendere le misure a tutto, alla vita, ai propri limiti, alle proprie ambizioni.
E il tetto del mondo è tutto suo
Per essere campioni non bisogna, come banalmente si crede, superare gli altri, serve “solo” superare se stessi. Ed ecco che il nuovo metro rimisura la grandezza di Enza, che da un momento all’altro si ritrova a passare (pur conservando il ruolo di vice presidente) dall’Aida, un’appassionata e grintosa associazione, tutta cuore e disponibilità – così da somigliare perfettamente alle qualità umane e sentimentali del suo instancabile, insostituibile e prezioso Presidente Reno Insardà – alle Fiamme Oro, il massimo risultato al quale, a livello di club, si possa ambire. Prima di Enza, le Fiamme Oro hanno pescato tra i campioni prendendo con sé atleti come Loris Capirossi, Bebe Vio, Marcell Jacobs e tanti altri, anche Bud Spencer quando era “ancora” Carlo Pedersoli e più che a pugni faceva a bracciate nelle più prestigiose piscine del mondo. E adesso anche la nostra campionessa, la prima in assoluto per il tiro con l’arco para archery. Solo i migliori, a quanto pare! E migliori non si nasce, si diventa, così come Enza lo è diventata con la sua tenacia e la sua caparbietà e così come sul suo esempio, magari, possiamo diventarlo tutti noi, imparando a trarre vantaggio dalle difficoltà piuttosto che recriminare. Ad maiora Enza. E grazie.