Furto 32 – Caro Babbo Natale
Caro Babbo Natale, ti scrivo anche se un po’ mi rompo il cazzo. Ormai t’ho sgamato, con quell’aria da vecchietto indifeso ci tieni sotto scacco, ma sai, io ci vedo lungo, lo intravedo il ghigno malefico sotto quella barba batterica, io ti ho sgamato.
Quest’anno penso di aver fatto il bravo, o almeno ci ho provato. Il buono no, quello sarebbe fingere. Quindi per favore, non mi fare smadonnare e inserisci la modalità Lucasièimpegnato e ascolta quello che ho da dirti. Ho ridotto del 10% le polemiche e del 20% il turpiloquio, del 70% i programmi trash di Real Time, del 30% il consumo di coca cola zero e del 100% i contatti con le personedimerda. E tu, tu vecchiomalefico, per tutta risposta mi hai aumentato l’irpef in busta paga, mi hai fatto fare tre vaccini sfondabraccio e mi hai fatto conoscere una deliziosa persona senza braccio a cui ho detto che non mi piaceva, anche perché in testa aveva l’aria e quattro mosche, ma che non era per il braccio. Perché mi hai fatto dire questa cosa? Non bastava la prima parte? Devimorire. Ho atteso, sperimentando la pazienza, e cercando di non mandare affanculo la gente, limitandomi a severi sguardi di disapprovazione misti a rancore inespresso. Visto che grandi cambiamenti? Sui viaggi non ce l’ho fatta a mantenere le promesse: ho speso almeno un paio di stipendi, e la colpa è di quelle zoccole delle mie amiche che stanno lontane, ti pare normale che si sono spostate per lavoro e per amore? Che sfigate! Ma stai tranquillo, sono un becero statale sottopagato quindi il danno non è stato poi così abominevole. Ho ridotto le mie ristrettezze alimentari, visto che non mangio praticamente la metà dei cibi commestibili, mettendo in stand-by le mie amate e malsane patatine in busta, lasciando spazio a nuove emozioni palatali; caro babbo Natale siediti e tieniti forte: ho assaggiato la lingua di vitello. Certo, nulla a che vedere con le palle a cotoletta che la signora Santina mi ha offerto a ferragosto, ma almeno apprezza l’impegno, e soprattutto, caro il mio vecchiomalefico, ricordati che sei in debito con me, visto che qualche Natale fa mi hai regalato la felice scoperta di essere allergico alla carne di maiale. Devimorire.
Qualche giorno fa mi sono seduto sul letto di casa mia. C’è una finestra grande che si affaccia sui tetti di Bari. La mattina, quando il sole sorge, il cielo si dipinge di un rosso strano, insolito, sembra un tramonto. Mi sono seduto sul letto e ho capito che quest’anno di cose da chiedere non ne ho tante, anche perché poi finisce a puttane, tu non esaudisci un cazzo e riparte il loop di maledizioni e ostilità nei tuoi confronti. E io vogliovolertibene, o quanto meno non odiarti. Quest’anno Babbo Natale fai tu il bravo, dai, e portami patatine in busta, meglio se rigate e nel formato da un chilo, regalami un camino acceso, una poltrona comoda, un plaid di lana caprina che non puzza e la serenità che i miei 33 anni si meritano.
Serenità e patatine in busta. Null’altro.
Buon Natale Babbo Natale, ateefamiglia.