Dietro l’albero di Natale
Dentro le scatole impolverate riposano gli addobbi dell’albero di Natale. Stanno in silenzio e al buio durante l’inverno appena iniziato di metà gennaio, la primavera, l’estate, l’autunno e già a fine novembre qualche scatola si apre. Una in meno dell’anno che verrà, una in più dell’anno appena passato. Ogni anno si aggiunge qualche addobbo, come i ricordi legati al venticinque dicembre, o in generale a questo periodo fatto di luci a intermittenza: fiocchi rossi, dorati o blu, palline colorate, stelle da apporre in cima, campane. Alberi di Natale e addobbi di varia misura, tutti diversi, un po’ come ogni Natale vissuto, un po’ come noi.
Noi che scegliamo sempre gli addobbi più belli e ne compriamo spesso di nuovi e dopo immortaliamo con delle fotografie i nostri alberi di Natale, e per un mese o poco più li ammiriamo, mentre splendono. Eppure, se li osserviamo nel loro complesso capita che il retro degli alberi di Natale sia meno decorato, con qualche ramo malandato, con le luci fulminate, con gli addobbi ammaccati che decidiamo che non vanno più bene per essere visti, o più semplicemente che vanno meglio per esserci ma non troppo. Non in prima fila. Come alcune parti ammaccate di noi.
Ogni anno che passa abbiamo nuovi addobbi, come ogni anno che passa abbiamo nuovi ricordi legati al Natale, e ogni anno che passa facciamo i conti con il retro del nostro personale albero di Natale. Quel retro che spesso non facciamo vedere a nessuno. Per non mostrarci fragili, per non ammettere che spesso abbiamo paura, per non dover spiegare quella strana malinconia che alcune volte è così prepotente durante le feste, per non concederci la richiesta di un abbraccio, per non pensare a chi prima lasciava un pacchetto sotto l’albero e ora purtroppo quel pacchetto non lo lascia più; quel pacchetto che era semplicemente l’esserci, per Natale. Quel pacchetto che manca ma che purtroppo o per fortuna si sente ancora, dipende da cosa scegli di sentire, quando fai i conti con il retro del tuo albero di Natale. E sì, andrà bene qualsiasi sentimento sceglierai di provare. Alcune volte conforto e forse altre volte rabbia. Non giudicarti.
Io le ho guardate bene le scatole impolverate piene dei miei addobbi. Con le scritte in pennarello blu o nero “decorazioni natale” e ne ho cercata una in particolare; era quella con gli addobbi di quando ero bambina. Ci sono molte palline colorate sformate, alcune rotte; qualcuna è finita nella spazzatura nel corso degli anni ma la scatola originale c’è ancora, così come qualche pallina sopravvissuta. Sono stata io a rovinare quegli addobbi; l’ho fatto con le mie mani di bambina maldestra che amava tanto il Natale. Quelle palline spesso vanno dietro il mio albero di Natale perché ammaccate, eppure sono legate a dei ricordi bellissimi.
E allora penso che forse dovremmo dare qualche occasione in più a quella parte ammaccata del nostro albero di Natale, perché forse nasconde qualcosa di bello a cui siamo legati e che potrebbe aiutarci per reggere il peso di tutto il resto, di tutto quel retro del nostro albero di Natale spesso nascosto che no, non ci rende fragili. Ci rende veri e distintamente simili, in mezzo a tutto il luccichìo di dicembre.