Il menzoniere – Giuseppe Incorvaia
“Non sono un santo vendo solo sogni di mestiere, io sono un menzoniere che racconta le bugie con il sorriso in faccia per portarti l’allegria”
Lo senti arrivare così, leggero e feroce, disarmante nella semplicità con la quale scava ancor di più il canyon già atavicamente solcato dai tempi tra il buon predicare e del cattivo razzolare. Perché sì, ci sono argomenti che sono attuali sempre, perché non sono legati all’evoluzione sociale o economica o industriale dettata dalle epoche, ma che sono invece saldamente ancorati alla fatica irrisolvibile dell’uomo: l’incoerenza.
Il nuovo singolo di Giuseppe Incorvaia, Il menzoniere, già disponibile su tutti i digital store, esce proprio a cavallo di Capodanno, tra presente e futuro, quasi a ricordare che nonostante si stia per porre in essere un cambiamento, il cambiamento non sarà davvero possibile finché non ci sarà una vera presa di coscienza.
La fatica irrisolvibile dell’uomo: l’incoerenza
Questo interessante brano ci racconta con disinvoltura la discrepanza tra la semplicità (che spesso strizza l’occhio alla superficialità) del dire e la difficoltà del fare in completa aderenza a quanto si è detto, e Giuseppe Incorvaia, attento a questo aspetto sociale, ci offre il suo punto di vista con l’atteggiamento dissacrante (e privo di giudizio) di colui che sa e che offre per la battaglia contro l’ipocrisia le stesse armi dell’ipocrisia – lui stesso si definisce colui che dice bugie per ottenere una certa reazione programmata. Tra l’altro la particolarità de “Il menzoniere” è che l’atteggiamento ipocrita non è necessariamente un mostro da abbattere nel senso più tradizionale del termine, ma forse è una battaglia molto più simile a quelle che si combattono contro certe entità che esistono solo fin quando non vengono in contatto con la luce del sole per poi svanire come cenere sparsa nel vento.
Il cambiamento non è davvero possibile finché non c’è una vera presa di coscienza
Forse per sconfiggere certe (apparentemente) illogiche paure di render concrete, coi fatti, le parole, basterebbe avere il coraggio di parlare solo con cognizione di causa, pesando se stessi e le proprie capacità di dare seguito a tanto e tanto dire. E con destrezza Giuseppe Incorvaia pone l’accento sulla questione indagando l’inconsistenza della parola quando si tratta di trasformarla in azione.
L’irriverenza con la quale affronta il problema, spoglia il problema stesso di ogni sovrastruttura e ogni retropensiero, evidenziandone lo scheletro nel suo disegno base. Lo spirito divertito del videoclip che accompagna la canzone, ancor di più tratteggia la sua idea di presa in giro consapevole, esemplificando in modo definitivo come l’uomo sia al centro di tutto, sia della menzogna che racconta (e che spesso si racconta) sia dell’azione di disvelare ogni bugia col coraggio della consapevolezza. Incorvaia in modo intelligente gioca con le maschere, passando indistintamente da un ruolo all’altro ricordandoci come ognuno di noi può scegliere di diventare qualsiasi cosa, e che tutto dipende necessariamente dal nostro grado di coerenza, che qui diventa il proverbiale mare che da sempre divide il dire bene dal fare a caso.
Testo e musica Giuseppe Incorvaia
Arrangiamenti Max Cenatiempo
Produzione Greys Production