Il fardello dell’essere Signore
Con l’opera di Del Gaudio il teatro Tram si rende partecipe della condivisione simbolica di un tema caro, accurato ed attuale: l’emancipazione femminile nella società contemporanea, quella stessa società che vede le donne all’ombra di una realtà costretta da paradigmi storicizzanti che si impongono all’essere umano. Siamo sul versante contradditorio del mondo, controllato da regole che sono insieme rigide e astratte; la realtà odierna che mai si piega su se stessa, almeno non alle constatazioni che l’energico spirito femminile mette in scena con la pungente ironia dei dialoghi che caratterizza anche l’empatia creatasi tra le due attrici.
Ester Mattone, nelle vesti di giornalista e critica televisiva e cinematografica e Dorella De Sebo, professoressa alla cattedra di filosofia morale si muovono in una cornice entro la quale si allude ai tratti relazionali dell’individualismo del nostro tempo: l’impossibilità di comunicare attraverso le reti telefoniche è il motivo per il quale entrambe non riescono a telefonare a Giovanni, e ciò fa sì che le signore intavolino un discorso.
Rappresentano i dialoghi con la debole forza che appartiene al genere femminile (…) così carica di controsenso nel sentirsi insieme libere e legate a stigma sociali
In questo fardello che ci portiamo tutte appresso c’è una forza contraria che ci impedisce di salire a galla, e noi quasi non ce ne accorgiamo, perché vogliamo ciò che ci rimane: l’appiglio storicistico alla trasvalutazione dei valori a cui, per questi temi, aspiriamo intensamente.
La dimensione spirituale delle due attrici è resa evidente dalla quotidianità di cui si trovano a parlare; e nel suo stesso ritmo se ne descrive il senso. Le loro vite sono incarnate dalle loro due differenti personalità, legate all’idealismo che discende dal loro ambiente e che le caratterizza: due donne radical chic che agiscono e reagiscono ai cliché che riguardano questa società: carriera, raccomandazioni, e non ci si nega neanche al tema della corporeità, attraverso gli elementi che appartengono a una brillante e ingegnosa discussione intellettuale.
Ecco allora che l’iphone diventa metafora della solitudine: si comunica così individualmente che l’elemento in comune ai due personaggi della storia viene fuori con energici lapsus, in una dialettica che trova il suo momento d’incontro solo nell’obiettivo per il quale entrambe si trovano lì: aspettare un uomo che non arriverà mai.
Abbiamo visto:
LE SIGNORE
drammaturgia di Roberto Del Gaudio
regia di Ludovica Rambelli e Victoria De Campora
con Margherita Romeo e Sarah Paone
al Teatro Tram di Napoli
Si ringrazia l’Ufficio Stampa.