Furto 31 – Cambiarmi
Perché vuoi cambiarmi?
Sono qui, davanti a te, con i miei fragili difetti. Sono imperfetto, non lo vedi il mio corpo? È qui, qui davanti ai tuoi occhi e a fatica ti parla. Racconta di una strada ancora in divenire, un cuore che ha ancora tempo. Non ho pretese su di me, non più, e adesso vorrei chiederti di amarmi, solo di amarmi.
Amami per ciò che il pennello della mia anima ha creato, amami con l’intenso desiderio di volermi senza vestiti, nudo e affamato. Siamo conviventi in un mondo che ci ha chiesto troppo, e ci ha urlato addosso, e ci ha costretti a indossare gialli pudori, che puzzano, e che non volevamo.
Sono qui, e a te mi genufletto, come un devoto davanti al suo Dio; ti presento le camere perdute del mio cuore. Aprile, non avere paura. Apri le mie camere e abitami, sono io, sono questo.
Perché vuoi cambiarmi?
Ho ascoltato i miei lamenti nelle notti di paure, ho coltivato la gioia, così effimera e lucente, ho trovato granelli di desideri sparsi per il mondo, li ho raccolti, conservati, dimenticandoli poi nelle tasche dei pensieri. Guarda queste mani, le vedi? Guarda queste labbra, questo petto, guardami. Guardami senza chiedere il permesso, cercami. I sensi scalpitano, a stento li riconosco. Il mio sentire è come vedere, tocco i profumi, ascolto i colori della tua insoddisfazione. Perché sei qui? Perché mi chiedi questo?
Perché vuoi cambiarmi?
Ho raccolto un ricordo che avevo dimenticato. Sono qui, immobile e lontano, in macchina a guarire. Guarisco da una ferita, da una cosa finita, che risuona, un tonfo sordo. Sono io, piccolo e fragile, cerco l’origine, mi affanno a capire, a sentire. Sono qui, nel mio ricordo, e risuona un quando, che lascia pezzi dietro di sé, pezzi di memoria, di storie, pezzi di pelle. Risuona un quando, un perché. Ogni qualvolta ho immaginato poesie in rosa, profumi di pane, di scoperte. Risuona un quando, un perché, un chi. Ed è una zona d’ombra, questa, che interrompe le domande, arresta gli occhi, impedisce la ricerca d’origine del rumore sordo, e qui, ancora immobile, mi lascia senza fiato. Ma solo per qualche attimo, solo per qualche battito. Risuona un quando, un perché, un chi, un allora. Allora fisso altrove, seduto in macchina cerco uno spiraglio, uno squarcio, una luce bianca. Un volto, il mio.
Ed è allora, solo allora, che torna il coraggio di respirare ancora, di nuovo. Solo allora. E ancora qui, adesso, ora, con il mio volto, con te, che si affanna, di nuovo si appanna. Il mio volto è come sbiadito. Perché lo fai.
Perché vuoi cambiarmi?
L’amore con l’amore si paga, l’amore è cura. L’amore non cambia, l’amore ripara. L’amore non cambia, è l’amore che cambia.
Credits:
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