Speciale Pordenonelegge 2021 – Prima parte
Sono appena rientrata dall’edizione 2021 del bellissimo festival letterario Pordenonelegge, il secondo realizzato in era pandemica. L’anno scorso per motivi personali non mi è stato possibile partecipare ma questa volta non avevo intenzione di mancare all’appuntamento.
Cosa mi piace di più di questo festival? Un po’ tutto, l’atmosfera, il fatto che gli eventi siano tanti e siano dislocati sul territorio in modo da potersi muovere liberamente per la città e godere anche della bellezza dei portici e di qualche sosta all’aperto nei bar.
“L’anno della rinascita” è stato detto, cinque giorni di incontri, lezioni magistrali, dialoghi, 250 eventi con oltre 500 protagonisti, presenti non solo a Pordenone città ma anche in altri centri della provincia.
Devo ammettere che un certo timore mi abitava riguardo alla complessità dell’organizzazione, ai controlli, alle prenotazioni, al distanziamento e alla mascherina. Mi sono detta più volte “riuscirò davvero a rilassarmi e a godere della bellezza degli incontri letterari?”.
E non solo mi sono rilassata ma è stato davvero agevole partecipare a tutto ciò che mi interessava, dopo aver effettuato le prenotazioni online. Organizzazione impeccabile! Ovviamente alcuni incontri non sono stati possibili dal vivo, penso ad esempio quello con Kazuo Ishiguro, premio Nobel per la narrativa che il grande pubblico conosce per il suo splendido Quel che resta del giorno e che ha dialogato, attraverso un collegamento in diretta, della sua visione letteraria e del suo ultimo lavoro: “Klara e il sole”, edito per Einaudi, tradotto da Susanna Basso, trasportando noi spettatori in una dimensione densa di interrogativi esistenziali.
Pordenonelegge 2021 è un progetto di Fondazione Pordenonelegge realizzato dai curatori Gian Mario Villalta, che ne è anche direttore artistico, Alberto Garlini e Valentina Gasparet.
avevo davvero bisogno (…) di ossigenare il mio animo attraverso la bellezza della parola condivisa
Moltissimi gli ospiti, una sinergia riuscita fra il lavoro delle istituzioni e quello degli organismi della cultura, la città ha accolto i visitatori in totale sicurezza, trasportandoli in una full immersion di poesia, di romanzo storico, di narrativa, di saggistica e di lezioni “improvvisate” sulla scrittura. Molti di questi sono stati i miei appuntamenti di una quattro giorni intensissima; di alcuni vi parlerò in modo più approfondito.
Dopo il lungo forzato periodo di isolamento e di difficoltà nel fare le cose, avevo davvero bisogno di tornare fra la gente, di vivere nel confronto, e di respirare, di ossigenare il mio animo attraverso la bellezza della parola condivisa e anche delle amicizie ritrovate attorno a un tavolo.
E proprio il respiro è stato da ispirazione per il logo del festival: uno pneumatico! Un simbolo sia di ripartenza sia del “soffio vitale” dalla radice della parola “Pneuma”, soffio senza il quale non potremmo vibrare alla vita né noi né il mondo che ci accoglie.
Vi racconterò qualche incontro fra quelli che mi hanno emozionato di più: partecipare a ogni evento è praticamente impossibile, sono appuntamenti dislocati in vari punti della città, tutti raggiungibili a piedi comodamente ma per non accavallare gli orari bisogna fare un minimo di programmazione e naturalmente dare alcune priorità.
Resta inteso che quelli a cui ho partecipato non sono frutto di scelte oggettive di qualità o meno ma semplicemente erano quelli che per passione o per curiosità mi attraevano maggiormente.