L’uomo forte al comando
Un binomio fastidioso aleggia da tempo nei discorsi politico giornalistici. Efficiente e efficace. Una specie di forma ossessiva per definire sia la velocità dei processi decisionali sia la loro applicazione. È normale che in un paese poco efficiente come il nostro (Ennio Flaiano diceva che per noi il percorso più breve che unisce due punti è l’arzigogolo) il suo opposto acquisti un valore quasi mitologico, salvifico. Come se l’efficienza fosse la cosa migliore. La Soluzione Finale si fondava per l’appunto sull’efficienza. E ovviamente ancor più l’efficacia, ovvero l’efficienza rapportata al tempo. La stessa logica che è alla base della vanteria della Politica Del Fare, come se il fare fosse un bene di per sè. E invece si può fare molto ma molto male, sia nel come così come nel cosa.
niente congressi, niente consigli nazionali, niente direzioni di partito
Domanda: chi ha deciso queste inversioni totali, quali sono stati gli accaniti dibattiti interni, le poderose mozioni contenenti le ambizioni dei portatori di pensiero?
Già, il pensiero non c’è. Lo si è sostituito, ormai da tempo, con il nome del capo nel simbolo. Una mutazione che rappresenta la volontà di non affidarsi a una logica politica culturale e magari storica, ma a un Tizio, spesso padrone assoluto o quasi, che formula il pensiero man mano che gli eventi si svolgono. Potendo quindi invertire a proprio piacimento gli obiettivi a seconda della convenienza elettorale. Si provi a ricordare quanti simboli, con il “padrone” impresso sopra, sono spariti, per capire quanto vasto e devastante sia stato, ed è, il fenomeno. Ovviamente i mutamenti continuano ad avvenire: quando il capo non vince più, ne arriva un altro che ricomincia. Quindi, nei vuoti concettuali, prendono piede la sfrontatezza, la propensione alla menzogna, l’astuzia, l’intuito sulla pancia del “popolo”. Costruire una nazione così è molto faticoso.
Costruire una nazione così è molto faticoso
Non si pretende il rispetto dell’invito del Vangelo di Matteo: il tuo dire sia sì sì, il no no, il di più è frutto del Demonio. Ma nemmeno il suo opposto.
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