L’oro della Commedia
È la mia prima volta al Teatro Abeliano di Bari. Pareti che sono vetrate, ci sono delle persone che chiacchierano all’esterno, altre sono sedute, sorridono oltre la mascherina, sembra che siano lì da tempo, come se la stanza fosse abitata oltre questa sera. Mi avvicino al Botteghino, mi accoglie una signora dai modi eleganti, ho una strana sensazione di benessere in questo luogo.
Sono qui per assistere a uno spettacolo che è una lezione e una lezione che diventa spettacolo, quella sulla Commedia, a cura di Flavio Albanese, un autore, regista, pedagogo e attore teatrale che ho avuto già la fortuna di vedere a teatro, creatore insieme a Marinella Anaclerio della Compagnia del Sole, che da più di undici anni dipinge la scena nazionale e internazionale con produzioni sceniche classiche e contemporanee, con interessanti contaminazioni sceniche.
E lì, in attesa di entrare e prendere posto, mi sono chiesto: a chi interessa fare la fila, con un leggero vento che scompiglia capelli e pensieri, e ascoltare della Commedia? Davvero una lezione può catturare, stimolare, produrre reazioni nello spettatore?
Entriamo e prendiamo posto, sulla scena un leggio, al centro, che aspetta di diventare parole. Parte un cartone animato con un omicidio, ridiamo, è un paradosso. Flavio Albanese inizia un racconto che sa di vissuto, un racconto che parla di lui, di lui non come Flavio, ma come uomo di teatro e per questo profuma di altro, profuma di altri.
Ed è così che ci ritroviamo improvvisamente nella vita di Ettore Petrolini, nel comico che diventa commedia e che fa dei silenzi, delle pause, arma privilegiata, strumento per mostrare il pensiero. Siamo noi, insieme a Flavio, a sperimentare, a diventare parte dello spettacolo, ad alternare parole e azioni, ricostruendo quel cerchio che dall’autore parte, nell’attore si trasforma, e al pubblico arriva. La poltrona diviene treno, un diretto che fa tappa in casa delle famiglie napoletane, quella di Petito, di Eduardo, di Totò.
È qui che la commedia diviene intrattenimento, con racconti che sono aneddoti, aneddoti che sono relazioni, relazioni che sono insegnamenti, insegnamenti che è vita, la vita di tutti. Flavio danza sulla scena, il leggio sembra prender vita, le parole sono musica. Siamo nel settecento, siamo qui, adesso, assieme a Goldoni, alla riforma che ha cambiato e salvato il teatro, qui con uno Strehler che riempie i pezzi mancanti, ci riporta indietro ma all’oggi, alle difficoltà che da secoli attraversano le esistenze di persone che sono lavoratori dello spettacolo, lavoratori sì, ma senza riconoscimento. Ed è con Capitan Spaventa, con Francesco Andreini che finiamo per togliere la mascherina e indossare la maschera, diventiamo poeti e sognatori, in quel limbo stupefacente in cui si fatica a mantenere la distinzione fra fantasia e realtà.
Vito Signorile, Direttore Artistico dell’Abeliano, riesce nell’impresa di riportare il pubblico al centro, attraverso un progetto che rende l’attore insegnante, solista in un percorso di educazione e di reinnamoramento del teatro, ferito dalla mancanza di serie politiche culturali, di processi condivisi di informazione e tutela.
Il Teatro Abeliano c’è, ed è stata una prima volta sorprendente.
Abbiamo visto L’oro della Commedia
di e con Flavio AlbaneseRegia di Loris Leoci
al Nuovo Teatro Abeliano di Bari
Via Padre Massimiliano Kolbe, 3Si ringrazia l’Ufficio Stampa
Ticket online, per gli spettacoli della rassegna “I Solisti”, disponibili
su www.vivaticket.com