Una lezione Civica su Eduardo
Il Festival Castel dei Mondi colora da 25 anni la città di Andria, in Puglia. Ho avuto modo di viverlo intensamente quest’anno, seguendo gli spettacoli e gli eventi collaterali organizzati. Un Festival che si apre con un racconto in danza, che continua con un Amleto mordi e fuggi, e arriva a uno spettacolo che è una lezione e una lezione che diventa spettacolo, quella su Eduardo De Filippo a cura di Massimiliano Civica, uno dei registi teatrali italiani maggiormente rappresentativi e con cui ho avuto modo di confrontarmi.
E mi sono chiesto:
A chi interessa fare la fila, con un vento che scompiglia capelli e pensieri, e ascoltare di Eduardo De Filippo? Siamo nell’era dei social, dello streaming che frizza un interesse per scongelarlo a piacimento, quando si è pronti, quando i popcorn nel microonde sono scoppiati e la mente è sgombra di traslochi. Davvero una lezione può catturare, stimolare, produrre reazioni nello spettatore?
Eduardo stuzzica la memoria di generazioni molto diverse, un nome sentito anche solo en passant, durante uno dei pranzi a base di orecchiette della domenica. E non a caso Massimiliano Civica, nella veste di registattore, sceglie di darci una lezione su Eduardo, proprio su di lui che con il pubblico ci voleva stare davvero, lui che il pubblico lo intratteneva, lo faceva ridere e incazzare e riflettere, e ci campava, perché “gli dava da magnà”. E la lezione ce l’ha data come facevano i vecchi maestri delle elementari, quando in una classe ci stava il figlio dello scarparo assieme a suo figlio, il figlio del maestro, con racconti che sono aneddoti, aneddoti che sono relazioni, relazioni che sono insegnamenti, insegnamenti che è vita, la vita di tutti.
Civica ha scelto il modo più facile per comunicarlo, ha lanciato una sfida anche a Eduardo, farcelo conoscere come persona, come uomo, con l’assunto che Eduardo non voleva che si parlasse di lui come persona, come uomo. E Civica ha fatto questo, ci ha parlato di lui come uomo, uomo sì, ma uomo di teatro. Il teatro è morente, c’è, sta là, ci sono persone che ci vanno ma non è immerso nel panorama mediale in cui viviamo, compete con forme di espressione che sono forme di intrattenimento; il teatro richiede concentrazione, una mente allenata, uno sforzo. Ma in fondo Eduardo di cosa parla? Massimiliano Civica cos’è che vuole? Ci parla di speranze, figli, amore, educazione, ci parla di cose che riguardano il ricco e il poveraccio, che riguardano tutti.
Il teatro è pronto a ripartire? È davvero arrivato a un nuovo restart, occupandosi e preoccupandosi di nuovo del suo pubblico, come Eduardo, senza quella autoreferenzialità che non allena le menti ma atrofizza la passione?
Riferimenti:
Festival Internazione di Andria | Castel dei Mondi
Note:
Estratto del contributo redatto per la rivista La Controra, Laboratorio Teatro e Critica, Andria