Pietramelara, la pizza napoletana fa una gita fuori porta

Facciamo un gioco. Chiudi gli occhi. Ti dico un ingrediente, rispondimi con la prima località che ti viene in mente. Pronto? Via: “Pistacchio”… “Bronte!”. “Gianduia?”… “Torino!”. “Lardo?”… “Colonnata!”. “Pizza?”… “Napoli, ovviamente!”.

Sono le generalizzazioni che ci piacciono, quelle gastronomiche che trasmettono la faccia, l’anima, la tradizione di un territorio. Ma, come tutti gli stereotipi, anch’esse ammettono eccezioni che confermano ed esaltano la regola. Non tutte le buone pizze sono napoletane, ad esempio.

A Pietramelara, infatti, borgo medievale a 70 chilometri a nord del capoluogo, nel pieno hinterland casertano a valle delle pendici settentrionali del Monte Maggiore, è possibile mangiarne di eccellenti.

La Pizzeria del Corso di Cosimo Chiodi si innesta nella tradizione napoletana: lunga maturazione, lenta lievitazione, prodotti rigorosamente del territorio. Una pasta alveolata come comanda Dio, ottenuta da un blend di farine zero e uno. Ma dietro la farina traspare la passione di Cosimo per il proprio lavoro, e un locale che è la realizzazione insieme di un sogno e di una tradizione di famiglia, un progetto gastronomico di qualità che intende valorizzare il territorio facendo andare a braccetto il buon bere con la buona pizza.

dietro la farina traspare la passione di Cosimo per il proprio lavoro, e un locale che è la realizzazione insieme di un sogno e di una tradizione di famiglia

Si fa presto a dire pizza, infatti, ma chi ha seguito le ultime evoluzioni in chiave moderna del prodotto da forno a legna sa benissimo che quella si è affrancata ormai da tempo dal tradizionale marchio di cibo povero, da accompagnare al massimo con una birra artigianale.

Pizza e vino si affermano invece, nel locale di Cosimo, come un ottimo connubio, moderno e al passo coi tempi, che esalta doppiamente il territorio, oltre che nel prodotto da forno anche nelle produzioni vitivinicole locali. La carta dei vini è un elogio del Falerno del Massico e del Sannio, vini territoriali di rilevanza storica che Cosimo intende smarcare, nella sua proposta, dal comune sentire che li individua come prodotti di primo prezzo.

Non è da meno il bun senza zuccheri e grassi: realizzato con farine non raffinate, è proposto da Cosimo come piatto nel piatto, destinato a contenere assaggi di ricette tipiche campane che, fragrante e succulento, assorbe esaltandole, e soprattutto senza stufare.

Nella Pizzeria del Corso abbiamo riscontrato tutti gli elementi che concorrono a un’ottima pizza: passione per il territorio, tradizione di famiglia, ricercatezza del menu, attenzione alla tradizione. Per un’ottima napoletana, anche fuori porta, ve la consigliamo.

Siamo stati alla presentazione alla stampa del menu di:
Pizzeria del Corso di Cosimo Chiodi, in Pietramelara (CE)
Info qui

Si ringrazia l’Ufficio Stampa

Fiorire

By Stefania Orrù

Fiorire, in mezzo ai rovi

tra i rami spezzati,

in mezzo a un prato incolto e secco.

Fiorire, tra la macerie di quello che eri,

di quello che sei, di quello che vorresti essere.

Fiorire, in mezzo a un prato verde,

dove non ti importa di che colore sarai,

del profumo che avrai.

Fiorire, senza misurare il tempo

tra i tuoi passi,

le tue paure,

i tuoi sorrisi smarriti che il sole farà splendere,

ogni volta che lo vorrai tu.

La vasca del Führer, Serena Dandini

By Ester Trevisan

Ma è sempre come uno se la racconta. Più che a vivere, siamo bravi a riscrivere la nostra vita come più ci piace. E Lee ha addirittura strappato intere pagine del suo romanzo personale per semplificare la trama. In realtà si è fermata perché Roland era l’unico porto sicuro in cui approdare dopo l’uragano della guerra. La terra le tremava sotto i piedi: se avesse perso anche lui, avrebbe perso sé stessa. Roland era casa e radici. Per sopravvivere, si è arresa.

La vasca del Führer, Serena Dandini

Anima e Corpo

By Luca Lo Vercio

Il Teatro mi ha lasciato libero di conoscermi, di scrutare le infinitesime impercettibili sfumature della mia anima. E c’è la cucina, che mi distrae e lascia il corpo libero di respirare. Ed è una lotta, perché è come scegliere fra due puttane di classe.

E poi la scrittura, dove anima e corpo trovano ristoro.

Sono sicura di avertelo detto

By Stefania Orrù

Era estate,

inverno e forse una volta pure autunno.

Una volta un lunedì, altre un giovedì,

altre ancora una domenica.

Era quasi sempre buio ma c’era una piccola luce,

non era comunque abbastanza

e me lo ricordo bene.

Sono sicura di avertelo detto,

molto più di una volta

“vedrai che accadrà, anche a te succederà”

non sembrava mi credessi,

o forse ero io a non volerlo credere.

Eppure lo sapevo,

lo ho sempre saputo,

in una piccola parte di me.

Ora le mie mani sono vuote,

ma forse libere, e timide

e impaurite.

Le spalanco verso il cielo,

“vedrai che accadrà, anche a te succederà”

chissà se sarà mai vero.

Doppio Vetro, Halldóra Thoroddsen

By Ester Trevisan

Fingere che la vita sia in piena fioritura, che ci troviamo nel mezzo del cammino. È a questo che bisogna ambire. Lei non ha certo voglia di tornare giovane.
Ha capito quello che tutti desiderano una volta oltrepassata la metà.

Occorre fingere di esserci, anche con sforzi immani. Le risate devono ingannare la morte… così la morte nella sua stupidità pensa: aspetta un po’, qui non c’è posto per me… qui sono tutti allegri.

Doppio Vetro, Halldóra Thoroddsen

Pietramelara, la pizza napoletana fa una gita fuori porta

facciunsalto.it | raccontiamo emozioni