La stanza della danza di Angela
Scendo le scale, attraverso l’atrio e raggiungo le stanze e i saloni con damaschi e sontuosi lampadari che addobbano gli spazi della scuola Studio danza2. Angela Abbligliati, elegante ed austera, mi accoglie con cordialità.
Ci accomodiamo in un comodo divano, una di fronte all’altra. Intorno a noi, appese alle pareti, le foto che ripercorrono la sua sfolgorante carriera e tutti i grandi artisti con i quali ha condiviso il palcoscenico.
Cominciamo la nostra chiacchierata, mi prende per mano e leggiadramente mi conduce di stanza in stanza con la sua “dolce favella toscana”. Apriamo la prima porta e il ricordo corre subito agli insegnamenti della Maestra Daria Collin.
I primi passi nel mondo della danza la vedono subito protagonista in tenera età: già a 12 anni si è esibita all’Arena di Verona con Carla, così chiama la grande Fracci, inizio di un sodalizio artistico e personale che durerà per tutta la vita.
Le stanze della sua vita che adesso si aprono sono quelle dell’insegnamento. Angela ha sentito la necessità di trasmettere la sua esperienza e, con la professionalità e il rigore morale che la contraddistinguono, ha cominciato la sua attività di insegnamento.
Marzo 2020 ha cancellato con un battito d’ali i progetti di tutti. La confusione dei decreti che riguardavano il comparto in modo generico, mettendo nel calderone le palestre, l’agonismo e le scuole di danza, ha paralizzato e mortificato molti.
Angela non si è arresa neanche per un attimo, anzi ha cominciato a pensare come poter continuare: Forse perché non so fare altro”- sorride.
E così, tra un tira e molla di aperture e chiusure, il team di Studio danza2 capitanato da Angela e dal figlio Andrea ha continuato a disegnare nell’aria immagini di leggiadria e bellezza.
Con la pioggia e con il sole a Villa Pantelleria i ragazzi e le ragazze hanno continuato ad allenarsi.
A casa Angela Abbigliati ha avuto il tempo di ascoltare musica e, come per magia, si è identificata con il grande Ezio Bosso. Un artista prigioniero del suo corpo che esprimeva le sue emozioni con la musica.
La direttrice è rimasta affascinata dalla teoria antica secondo cui la vita sarebbe composta da dodici stanze. Sono le dodici in cui lasceremo qualcosa di noi, che ci ricorderanno. Dodici sono le stanze che ricorderemo quando passeremo l’ultima. Ezio Bosso lo aveva detto presentando il suo primo disco solista di pianoforte: “The 12th Room”. Per magia si è aperta la stanza della danza e così il pubblico ha potuto assistere allo spettacolo “Di-Stanza In Danza”.
Un moltiplicarsi di emozioni ha avvolto il pubblico quando la voce narrante di Lollo Franco ha condotto lo spettatore verso il viaggio della mente. Riprendendo le riflessioni di Ezio Bosso, di sconcertante attualità dopo il periodo di isolamento imposto dalla pandemia, l’attore con la voce fuori campo recitava: La parola stanza significa fermarsi, ma anche affermarsi. E una parola così importante eppure non ci pensiamo mai. La diciamo e basta. Le abbiamo inventate. Le abbiamo costruite quando abbiamo trovato finalmente un posto dove fermarci.
E gli abbiamo dato nomi, numeri e significati, a volte poetici: la stanza dei giochi, la stanza della musica, la stanza dei sogni. La stanza della luce o la stanza cieca. Altre volte pratici: la sala, il salone, la stanza da bagno, la cucina. Sono infinite le stanze, ma non ci pensiamo mai. Le stanze rappresentano le fasi della nostra vita ed i sentimenti che le accompagnano. Il dolore, l’amore, la rabbia, la felicità, la serenità, la pace.
Mentre sul palcoscenico si alternavano allievi piccoli e grandi tra passi di danza classica e contemporanea, Angela con la sua inseparabile sciarpa bianca e con il suo incedere da regina ha illuminato lo spettacolo. Sul palcoscenico abbiamo potuto ammirare la determinazione di Giulia e Stefania con Federica e Piero insieme a tutti gli allievi che non hanno mai smesso di ballare e di aspettare di poter salire sul palcoscenico per condividere con il pubblico l’idea che li ha sorretti in questo ultimo anno e mezzo: il gusto del bello polverizza le paure.