E se fosse paura di vivere?
Qualche tempo fa, ma nemmeno poi tanto tempo ho letto una frase che mi ha colpito parecchio. La frase in questione diceva che non era tanto la paura di morire, quella che ogni tanto fa capolino tra i nostri pensieri, ma piuttosto quella di vivere. Se volessimo ragionare come il filosofo Epicuro potremmo dire che quando c’è la morte non ci siamo noi, e quando ci siamo noi non c’è la morte e dunque, in mezzo a tutti i giorni della nostra vita la paura che abbiamo potrebbe non essere quella di non esserci più perché morti, ma quella di non esserci pur essendo vivi. E c’è una gran bella differenza tra le due cose perché non basta vivere, bisogna essere vivi.
Io ho avuto e ho spesso paura di vivere. Me ne accorgo e mi arrabbio e il più delle volte mi tengo la paura, aspetto quel domani che è ancora vita da vivere ma è un giorno in meno rispetto a ieri, e così per tanti giorni, alcune volte per mesi, un tempo che se analizzo mi sembra tanto ma evidentemente mai abbastanza per avere meno paura di vivere.
Forse perché dietro quel vivere si nascondono tante cose: un riaffacciarsi alla vita dopo un anno e mezzo di pandemia mondiale (per citare un esempio coerente con il periodo storico) un domandarsi davvero di cosa vorremmo riempirlo quel vivere, così scontato apparentemente e tenuto troppo spesso in una teca di cristallo o una gabbia dorata, quasi volessimo proteggerlo e sfoggiarlo “il giorno giusto” o nel “momento perfetto”. Un po’ come quando aspettiamo per indossare un capo nuovo l’occasione giusta, quando non diciamo spesso ti voglio bene alle persone che amiamo, quando aspettiamo una ricorrenza per fare un regalo, quando non prendiamo un dolce perché potremmo gustarlo un altro giorno, quando aspettiamo un’altra giornata di sole per guardare il cielo, quando “potrei anche concedermi questo o quello ma aspetto la prossima volta”, o quando ancora ci lasciamo tentare dall’errata convinzione di poter in qualche modo recuperare quel vivere. Credo sia successo a tutti.
Ci capita di osservare la nostra vita dall’esterno, spettatori che possono soltanto guardare ma non vivere, perché scelgono di non vivere per paura. Di che cosa non si sa. Conseguenze? Si ma di che cosa? Aspettative non esaudite? Delusioni e chissà quanti altre giustificazioni travestite da semplici pensieri che sfociano in un patema d’animo non identificato, un timore astratto che ci paralizza sebbene vivere è naturale, è spontaneo, è alla portata di tutti ma va comunque concretizzato vivendo.
Sembra un gioco di parole ma non lo è, paradossalmente è soltanto la vita che accade ogni giorno, che si manifesta ma che diventa vera solo se ci aggrappiamo forte a lei.
Vivere significa essere vivi. Questa vita che possediamo, usiamola.
Crediti immagini:
Unsplash.com
Brett Jordan, Priscilla Du Preez