La domenica non è fatta per gli ubriaconi
Odio dovermene tornare a casa il sabato notte con un pugno di mosche in mano. Io sul sabato ci conto parecchio e lui mi ripaga così! Non gli ho mica chiesto soldi. Una scopata però sì. Cazzo, soltanto una scopata. Già dal pomeriggio mi metto lì col mio cellulare e digito sms a volontà. Sapete perché? Si chiama tattica della rete a strascico. Funziona così, la lanci e speri quando la tiri su di trovarci qualcosa dentro. Certo, ci potrebbe essere di tutto. Una sirena, un vecchio copertone di camion, bottiglie di plastica, un mucchio di alghe marce. Qualunque cosa. È il rischio che comporta il gioco. Stavolta, però, niente. Neanche una bella chubby da scoparmi.
Il vialone che mi riporta a casa è più silenzioso del solito o forse l’alcol ha addirittura annegato anche i miei timpani e non sento nulla. Ora cosa dovrei fare? Di sonno neanche a parlarne. Intanto una bella sega per tirar fuori un po’ di serotonina. Così per una decina di minuti saprò anch’io cosa significhi essere di buon umore. Poi una sigaretta e infine qualche altra birra. Perché che fai, non continui a strafogarti di alcolici fino ad essere sull’orlo del coma etilico? Più di tre quarti d’ora li impiego a masturbarmi. Perché io c’ho sta cosa, se sono ubriaco stento a venire. Ma a voi che cazzo importa? Vabbè, ormai ve l’ho detto.
Tre o quattro birre le scolo in un batter d’occhio, poi mi accorgo che sono le 4 del mattino e non ha senso ancora gigioneggiare in cucina quindi mi tolgo i quattro stracci che indosso, li lancio sulla sedia, spengo la luce e mi metto sotto le coperte. Non appena inizio a rilassarmi ecco che dall’appartamento di fianco sento la signora mugolare forte e il letto sbattere contro la parete. Ora, dico io, su ventiquattrore a disposizione, sti due devono proprio scopare adesso?
D’altronde i vecchi non dormono mai. Ci avete fatto caso? Tre o quattro ore di sonno e sono già in piedi. Forse, sapendo che il tempo per loro si accorcia, preferiscono godersi tutto quello che gli resta a disposizione.
A me, invece, non rimane che alzarmi di nuovo e aspettare che sti due stronzi finiscano con i loro impegni. Stappo una birra e vado a sedermi in balcone.
Ancora è buio e sotto nel parchetto vicino casa mia c’è il solito via vai di clienti che arrivano a comprarsi la loro dose. Vengono con le loro bici, suonano la campanella e si fermano. Da una panchina vicino alla fila dei pioppi si alza un nigga. Uno di quelli alti e grossi. Ragazzi, è incredibile e sarà sempre un mistero per me quello per cui i negri sono tutti statuari. Non fanno un giorno di palestra e hanno pettorali d’acciaio, bicipiti grossissimi. A me l’unica cosa che cresce a dismisura senza fare nulla è la pancia.
Quando finalmente non sento più rumori molesti, decido di rientrare e provare a dormire. È l’alba quindi chiudo le tapparelle per evitare che il sole disturbi quelle poche ore che restano per riposarmi. Perché tanto lo so che tra poco sarò di nuovo sveglio. In settimana, quando vorrei dormire, la sveglia suona maledettamente puntuale ogni mattina. La domenica, quando si potrebbe riposare, invece gli occhi ti si aprono automaticamente.
Per fortuna tra un pensiero e un altro riesco ad addormentarmi. Dura troppo poco, però. Tra l’arsura provocata dall’ubriacatura, il telefono che continua a vibrare, il vociare sotto in strada, mi ritrovo nuovamente sveglio. Il bilancio del mio sonno ammonta a tre misere ore. Vi lascio immaginare con quale umore io adesso possa affrontare la giornata che mi aspetta.
Il cellulare continua ad illuminare la stanza. Incredibile come la gente non smetta di cercarti quando tu non rispondi. Possibile che non capiscano che la domenica mattina forse si vorrebbe dormire e nient’altro? Sono tutti così pimpanti in questo giorno. Tutti che vogliono andare a correre, passeggiare nei parchi, andare nei centri commerciali, pranzare nei ristoranti. Io queste persone le odio. Accentuano la mia misantropia a livelli esponenziali.
Io sto male, la testa mi esplode, la nausea mi avvinghia, una sete da morire che la lingua mi si appiccica al palato. Non trovo neanche aria per respirare talmente la stanza è satura di alcol. Basterebbe che qualcuno accendesse la luce per far esplodere l’intero condominio.
La domenica è il lunedì di chi beve. Il giorno voluto da Dio per punire chi bivacca il sabato sera. Quando tutti sono riposati e sorridenti, tu vorresti morire nel letto e ti maledici per l’enormità delle cose che hai bevuto la sera prima con orgogliosa fierezza. C’è quella famosa frase che rimbomba nella testa continuamente e te la sei ripetuta milioni di volte. La promessa più fasulla del mondo “giuro che non berrò mai più” . Talmente falsa che mentre la pronunci vorresti schiaffeggiarti da solo.
La verità è soltanto una: la domenica non è fatta per gli ubriaconi!
Ah, sappiate che Sal Goodson vi odia tutti! Ma proprio tutti!