Furto 25 – Io suono
Io ci ho provato infinite volte a non ascoltarlo, a fare finta che non esista, a ignorarlo, combatterlo, colpirlo anche.
Ma non è servito a niente.
Noi, noi tutti, ci ostiniamo a condurre le nostre vite nell’amara e bugiarda convinzione che ci stiamo sbagliando. Quello che sentiamo non è allucinazione.
Allucinante!
Ma già questo è un passo avanti, perché almeno siamo noi a pensarlo, siamo noi a convincerci, siamo noi ad avere ancora il dominio di noi.
È quando lo perdiamo che va tutto a rotoli.
Il momento in cui iniziamo a diventare sordi, quando l’ascoltarci lascia il posto all’ascoltare, l’ascoltare sì, ma gli altri.
Il momento in cui perdiamo di vista il noi, noi perdiamo la vista.
Quando è chi ci sta accanto a scegliere per noi, guardare per noi, vivere per noi, giudicare noi.
E quello che fino a poco tempo prima era un suono da ignorare si tramuta in rumore, rumore assordante, nauseante, orticante, nient’altro che rumore, e non puoi fare altro che colpirlo ancora.
Ti affanni a ricordarlo, quel suono, a cercarlo ancora, perché adesso è rumore, adesso ti manca e non puoi farne a meno.
Rincorri pregiudizi, regole, dogmi, costrizioni ma quel suono non c’è più, e ti accorgi che non c’è più neanche il rumore.
È il vuoto.
Troppe volte sentiamo dire
“Siamo destinati ad amare chi non ci ama ed essere amati da chi non ameremo mai”.
Perché? Io mi chiedo, perché?
Che tu sia uomo, donna, giovane o vecchio, che tu sia ricco o povero, bianco o nero, eterosessuale o omosessuale, cosa importa?
L’amore è coraggio. Coraggio di guardare, coraggio di scegliere, coraggio di sentire.
Solo così il vuoto che sentiamo dentro può tramutarsi ancora in suono.
Perché sì, io suono.
Tu tum, tu tum, tu tum.
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